La Rosuvastatina riduce gli eventi tromboembolici venosi nei soggetti apparentemente sani


I tradizionali fattori di rischio per la malattia coronarica sono associati a tromboembolia. Precedenti studi osservazionali e randomizzati hanno mostrato risultati variabili sul rischio tromboembolico con la terapia a base di statine.

Sono stati esaminati gli effetti della Rosuvastatina ( Crestor ) sugli eventi tromboembolici venosi, utilizzando i dati dello studio JUPITER.

Lo studio JUPITER ha coinvolto 17.802 soggetti apparentemente sani con livelli di colesterolo LDL inferiori a 130 mg/dl e livelli di proteina C-reattiva ( CRP ) maggiori o uguali a 2 mg/dl.
I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere 20mg/die di Rosuvastatina oppure placebo.
I soggetti trattati con Rosuvastatina hanno presentato una riduzione del rischio relativo del 44% riguardante l’endpoint primario combinato di infarto miocardico, ictus, rivascolarizzazione arteriosa, ospedalizzazione per angina instabile o morte cardiovascolare.

Lo studio degli effetti della Rosuvastatina sulla tromboembolia ha utilizzato l’analisi intent-to-treat.
L’età mediana dei partecipanti era di 66 anni; il 38% era di sesso femminile.
Il periodo osservazionale è stato di 1.9 anni.

Eventi tromboembolici si sono presentati in 34 soggetti trattati con Rosuvastatina e 60 nel gruppo placebo.
Il 90% degli eventi si è manifestato per la prima volta..

L’incidenza di tromboembolia è stata di 0.18 e 0.32 per 100 persone-anno di follow-up, rispettivamente, nel gruppo Rosuvastatina e nel gruppo placebo ( hazard ratio per la Rosuvastatina, HR=0.57; p=0.012 ). ( Xagena2009 )

Fonte: American College of Cardiology ( ACC ) – Annual Scientific Session, 2009


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