Difficile l’identificazione dei pazienti con elevati valori di CRP, che potrebbero essere candidati alla terapia con statine


Lo studio JUPITER ha mostrato che il trattamento con la Rosuvastatina riduce in modo significativo il rischio di eventi cardiovascolari negli uomini e nelle donne anziani senza una storia di malattia coronarica, con normali livelli di colesterolo LDL, ma con alti valori della proteina C-reattiva ( CRP ).

Ricercatori del Mount Sinai School of Medicine a New York, hanno esaminato se le caratteristiche dei pazienti fossero in grado di identificare coloro che presentassero livelli di CRP uguali o superiori a 2 mg/l, e fossero pertanto candidati alla terapia con statine.

Sono stati analizzati i dati di 887 uomini di età uguale o superiore ai 50 anni e di donne di età uguale o superiore ai 60 anni, partecipanti al National Health and Nutrition Examination Survey, e non in trattamento con le statine.

I soggetti con alti livelli di proteina C-reattiva presentavano una maggiore probabilità di essere fumatori correnti, obesi e di soffrire di malattia renale cronica.

Tuttavia è emerso che le caratteristiche, tra cui i dati demografici, il fumo di sigaretta, l’obesità, la nefropatia cronica e la sindrome metabolica, avevano basso valore predittivo positivo (
Questi risultati stanno ad indicare che le caratteristiche dei pazienti non possono essere facilmente impiegate per identificare i pazienti con alti valori di proteina C-reattiva. ( Xagena2009 )

Fonte: American Journal of Cardiology, 2009


Cardio2009



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