Malattia arteriosa periferica: le statine, i beta-bloccanti, l’Acido Acetilsalicilico e gli Ace-inibitori associati ad una riduzione della mortalità
Ricercatori dell’Erasmus Medical Center di Rottedam in Olanda hanno valutato l’effetto dei farmaci cardiovascolari sulla mortalità nel lungo periodo nei pazienti con malattia arteriosa periferica.
La malattia arteriosa periferica è associata ad aumentata morbidità e mortalità cardiovascolare.
Le linee guida di trattamento raccomandano una gestione aggressiva dei fattori di rischio e cambiamenti dello stile di vita.
Non sono, tuttavia, ben definiti i potenziali benefici dei farmaci cardiovascolari nei pazienti con malattia arteriosa periferica.
Lo studio di coorte , prospettico, osservazionale, ha coinvolto 2420 pazienti consecutivi di età media 64 anni ( per il 72% maschi ) affetti da malattia arteriosa periferica ( indice caviglia-brachiale inferiore o uguale a 0.9 ).
Il 18% dei pazienti soffriva anche di diabete mellito, il 24% presentava ipercolesterolemia, il 35% era fumatore, il 48% soffriva di ipertensione, il 44% di malattia coronarica ed il 9% presentava una storia di insufficienza cardiaca.
L’indice medio caviglia-brachiale era 0.58.
Nel corso di un follow-up medio di 8 anni, il 44% dei pazienti è deceduto .
Dopo aggiustamnento per fattori di rischio, alcune classi di farmaci sono risultate associate ad un ridotto rischio di mortalità nel lungo periodo nei pazienti con malattia arteriosa periferica: statine, hazard ratio ( HR ) = 0.46; beta-bloccanti, HR = 0.68; Aspirina, HR = 0.72; Ace-inibitori, HR = 0.80. ( Xagena2006 )
Feringa HHH et al, J Am Coll Cardiol 2006; 47: 1182-1187
Cardio2006 Farma2006
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