Scompenso cardiaco: differenze tra le statine
Sebbene le statine abbiano mostrato di migliorare gli esiti nelle analisi retrospettive dei pazienti con scompenso cardiaco, recenti studi randomizzati, controllati con placebo, hanno mostrato risultati misti.
E’ stata compiuta una revisione sistemica di studi randomizzati, che hanno confrontato le statine al placebo nell’insufficienza cardiaca, e hanno comparato l’impatto delle diverse statine sulla malattia.
Gli endpoint primari erano la mortalità per qualsiasi causa, la mortalità cardiovascolare, l’ospedalizzazione per peggioramento dello scompenso cardiaco, eventi avversi da farmaci, e cambiamenti nella frazione d’eiezione ventricolare sinistra.
L’analisi è stata compiuta su 10 studi, per 10.192 pazienti, con periodo osservazionale compreso tra 3 e 47 mesi.
Tre studi hanno riguardato la Rosuvastatina ( Crestor ), 1 la Simvastatina ( Sinvacor ), e 6 l’Atorvastatina ( Torvast ).
In generale le statine non hanno influenzato la mortalità generale e la mortalità cardiovascolare, ma hanno ridotto in modo significativo l’ospedalizzazione per peggioramento dello scompenso cardiaco nel corso del follow-up ( odds ratio, OR=0.67; p=0.008 ).
I pazienti assegnati in modo random alle statine hanno prodotto un aumento, significativo, del 4.2% nella frazione d’eiezione ventricolare sinistra al follow-up ( p=0.004 ).
Inoltre, le analisi post hoc hanno mostrato eterogeneità tra le differenti statine e hanno dimostrato che l’assegnazione random all’Atorvastatina riduce in modo significativo la mortalità per qualsiasi causa ( OR=0.39 ), l’ospedalizzazione per peggioramento dello scompenso cardiaco ( OR=0.30 ), mentre la randomizzazione ad Atorvastatina e Simvastatina porta a un miglioramento significativo della frazione d’eiezione ventricolare sinistra; questi benefici non sono stati osservati nei pazienti assegnati alla Rosuvastatina.
In conclusione, la meta-analisi di studi randomizzati ha dimostrato che le statine sono sicure e migliorano la frazione d’eiezione ventricolare sinistra e riducono l’ospedalizzazione per peggioramento dell’insufficienza cardiaca. ( Xagena2009 )
Lipinski MJ et al, Am J Cardiol 2009; 104: 1708-1716
Cardio2009 Farma2009
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