Effetto di Anastrazolo e Tamoxifene come trattamento adiuvante per il carcinoma mammario in stadio precoce


Lo studio ATAC ( Arimidex, Tamoxifen, Alone or in Combination ) è stato disegnato per confrontare l’efficacia e la sicurezza di Anastrozolo ( Arimidex ) ( 1 mg ) con Tamoxifene ( Nolvadex ) ( 20 mg ), entrambi somministrati per via orale ogni giorno per 5 anni, come trattamento adiuvante in donne in postmenopausa con carcinoma mammario in stadio iniziale.

Nell’analisi sono stati valutati gli esiti a lungo termine dopo un follow-up mediano di 120 mesi.

È stato utilizzato un modello a rischi proporzionali per valutare l’endpoint primario di sopravvivenza libera da malattia e quelli secondari di tempo alla ricorrenza, tempo alla ricorrenza a distanza, incidenza di nuovo tumore alla mammella controlaterale, sopravvivenza generale e morte con o senza ricorrenza in tutti i pazienti randomizzati ( Anastrozolo n=3125, Tamoxifene n=3116 ) e pazienti con tumori positivi per il recettore dell’ormone ( Anastrozolo n=2.618, Tamoxifene n=2.598 ).

Dopo completamento del trattamento, sono stati raccolti dati su fratture ed eventi avversi gravi ( popolazione di sicurezza: Anastrozolo n=3.092, Tamoxifene n=3.094 ).

I pazienti sono stati seguiti per un periodo mediano di 120 mesi ( intervallo 0-145 mesi ) con 24.522 donne-anno di follow-up nel gruppo Anastrozolo e 23.950 donne-anno nel gruppo Tamoxifene.

Nella popolazione di studio completa, sono stati osservati miglioramenti significativi nel gruppo Anastrozolo rispetto al gruppo Tamoxifene per quanto riguarda la sopravvivenza libera da malattia ( hazard ratio [ HR ] 0.91; p=0.04 ), tempo alla recidiva ( 0.84; p=0.001 ) e tempo alla recidiva a distanza ( 0.87; p=0.03 ).

Per le pazienti con tumori positivi per il recettore dell’ormone, i dati sono risultati significativamente a favore del gruppo Anastrozolo per la sopravvivenza libera da malattia ( HR=0.86; p=0.003 ), tempo alla recidiva ( HR=0.79; p=0.0002 ) e tempo alla recidiva a distanza ( HR=0.85; p=0.02 ).

Nelle pazienti positive per il recettore dell’ormone, le differenze assolute nel tempo alla recidiva tra Anastrozolo e Tamoxifene sono aumentate nel tempo ( 2.7% a 5 anni e 4.3% a 10 anni ) e i tassi di ricorrenza sono rimasti significativamente più bassi con Anastrozolo che con Tamoxifene dopo il completamento del trattamento ( HR=0.81; p=0.03 ), benché il beneficio risultante è stato più piccolo dopo 8 anni.

Sono emerse deboli prove della riduzione di decessi dopo ricorrenza con Anastrozolo che con Tamoxifene nel sottogruppo con malattia positiva per il recettore dell’ormone ( HR=0.87; p=0.09 ), ma sono state riscontrate piccole differenze nella mortalità generale ( HR=0.95; p=0.4 ).

Le fratture sono risultate più frequenti durante il trattamento attivo nelle pazienti trattate con Anastrozolo che in quelle trattate con Tamoxifene ( 451 vs 351; odds ratio, OR=1.33; p inferiore a 0.0001 ), ma sono risultate simili nel periodo di follow-up post-trattamento ( 110 vs 112; OR=0.98; p=0.9 ).

Gli eventi avversi gravi correlati al trattamento sono risultati meno comuni nel gruppo Anastrozolo che in quello Tamoxifene ( 223 Anastrozolo vs 369 Tamoxifene; OR=0.57; p inferiore a 0.0001 ), ma sono risultati simili dopo il completamento del trattamento ( 66 vs 78; OR=0.84; p=0.3 ).

Non sono emerse differenze nelle cause di morte diverse da tumore alla mammella, e l’incidenza di altri tumori è risultata simile tra i gruppi ( 425 vs 431 ) ed è rimasta più alta con Anastrozolo per carcinoma colorettale ( 66 vs 44 ) e polmonare ( 51 vs 34 ), e più bassa per cancro dell’endometrio ( 6 vs 24 ), melanoma ( 8 vs 19 ) e carcinoma ovarico ( 17 vs 28 ).

Non sono stati riferiti nuovi problemi legati alla sicurezza.

In conclusione, questi dati hanno confermato la superiore efficacia e sicurezza a lungo termine di Anastrozolo su Tamoxifene come terapia iniziale adiuvante per donne in postmenopausa con carcinoma alla mammella in fase precoce sensibile agli ormoni. ( Xagena2010 )

Cuzick J et al, Lancet Oncol 2010; 11: 1135-1141



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