Sirolimus per ridurre la vasculopatia del graft dopo trapianto cardiaco
È stato analizzato retrospettivamente il potenziale di Sirolimus ( Rapamune ) come immunosoppressore primario nell'attenuazione a lungo termine della progressione della vasculopatia cardiaca da allotrapianto, e gli effetti sulla morbilità e mortalità cardiache correlate.
Un totale di 45 pazienti sottoposti a trapianto cardiaco sono stati convertiti a Sirolimus per 1.2 anni dopo il trapianto con completa sospensione dell'inibitore della calcineurina; 58 soggetti di controllo sono stati mantenuti con gli inibitori della calcineurina per 2.0 anni dal trapianto.
L'età, il sesso, la frazione di eiezione e il tempo dal trapianto allo studio ultrasonografico intravascolare al basale non sono risultati differenti tra i gruppi ( P maggiore di 0.2 ), né lo sono stati gli immunosoppressori secondari e l'uso di steroidi.
Gli studi ecografici intravascolari tridimensionali sono stati eseguiti al basale e 3.1 anni dopo.
L'indice di progressione della placca ( volume placca / volume vasale ) si è ridotto nel gruppo Sirolimus ( 0.7% vs 9.3%, P=0.0003 ), a causa di una riduzione del volume della placca nei pazienti passati a Sirolimus precocemente ( meno di 2 anni ) dopo il trapianto ( P=0.05 ) e a un migliore rimodellamento vascolare positivo ( P=0.01 ) nei pazienti analizzati successivamente ( più di 2 anni ) dopo il trapianto.
L'analisi dei risultati nei 160 pazienti consecutivi mantenuti con la terapia 1 è stata effettuata indipendentemente dalla performance degli esami ecografici intravascolari.
La sopravvivenza a 5 anni è risultata migliore con Sirolimus ( 97.4% vs 81.8%, P=0.006 ), così come la libertà da eventi cardiaci correlati ( 93.6% vs 76.9%, P=0.002 ).
In conclusione, la sostituzione dell'inibitore della calcineurina con Sirolimus, come immunosoppressore primario, attenua la progressione della vasculopatia dopo allotrapianto cardiaco a lungo termine e può migliorare la sopravvivenza del trapianto a lungo termine grazie al favorevole rimodellamento coronarico.
A causa della mancanza di randomizzazione e della natura retrospettiva di questa analisi, le differenze tra esiti devono essere interpretate con cautela, e sono necessari studi clinici prospettici. ( Xagena2012 )
Topilsky Y et al, Circulation 2012; 125: 708-720
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