Infarto STEMI: PCI primario versus trombolisi per la riduzione del rischio di eventi cardiaci


L’intervento coronarico percutaneo ( PCI ) primario per l’infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST ( infarto STEMI ) si è dimostrato più efficace della trombolisi.
In precedenti studi il beneficio è stato limitato al periodo post-infartuale precoce, senza nessuna diminuzione aggiuntiva del rischio oltre questo periodo.
Non è stato studiato l’esito a lungo termine dopo l'uso di trombolitici di terza generazione e moderni farmaci aggiuntivi nei 2 bracci di trattamento.

È stato condotto uno studio per confrontare gli esiti a 5 anni dopo regime terapeutico con intervento coronarico percutaneo primario o trombolisi.

I pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST sono stati randomizzati a ricevere Enoxaparina ( Clexane ) e Abciximab ( ReoPro ) seguiti da intervento coronarico percutaneo primario ( n=101 ) oppure Enoxaparina seguita da Reteplase ( Rapilysin ) ( n=104 ), con inizio della terapia preospedaliera nel 42% dei pazienti.

I dati sulla sopravvivenza e sugli eventi cardiaci maggiori sono stati ottenuti dai registri nazionali svedesi dopo 5.3 anni.

L’intervento coronarico percutaneo primario ha portato a un risultato migliore in merito all’esito composito di morte o di recidiva di infarto miocardico ( hazard ratio, HR=0.54 ) rispetto alla trombolisi.
Questo fatto è stato attribuito a una significativa diminuzione di mortalità cardiaca ( HR=0.16 ).

Dopo aggiustamento per le covariate, è rimasto un significativo beneficio in merito alla morte cardiaca o a recidiva di infarto, ma non per il composito della sopravvivenza totale o recidiva di infarto miocardico ( p=0.07 ).
Le differenze osservate non sono state riscontrate nei pazienti in cui la terapia è stata avviata nella fase preospedaliera.

In conclusione, l’intervento coronarico percutaneo primario in combinazione con Enoxaparina e Abciximab ha fornito un maggiore vantaggio rispetto alla trombolisi in combinazione con Enoxaparina, con una diminuzione del rischio estesa oltre il periodo postinfartuale precoce.
La trombolisi preospedaliera può, tuttavia, uguagliare l’intervento coronarico percutaneo primario sull’esito a lungo termine. ( Xagena2010 )

Aasa M et al, Am J Cardiol 2010; 106: 1685-1691



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