Valutazione a lungo termine del rischio di recidiva dopo trombosi del seno venoso cerebrale


Il decorso clinico della trombosi del seno venoso cerebrale è largamente sconosciuto poiché mancano studi prospettici con un follow-up lungo e con lo scopo di valutare il tasso di ricorrenza e i fattori predisponenti alla ricorrenza.

In totale 145 pazienti con una prima trombosi del seno venoso cerebrale sono stati seguiti per un periodo mediano di 6 anni dopo interruzione del trattamento anticoagulante.

Gli endpoint erano trombosi del seno venoso cerebrale ricorrente o altre manifestazioni cliniche di tromboembolismo venoso.

La trombosi del seno venoso cerebrale si è presentata in 5 pazienti ( 3% ) e altre manifestazioni di tromboembolismo venoso ( trombosi venosa profonda degli arti inferiori o embolia polmonare ) sono state osservate in 10 ulteriori pazienti ( 7% ), per un tasso di ricorrenza di 2.03 per 100 persone-anno per tutte le manifestazioni di tromboembolismo venoso e 0.53 per 100 persone-anno per trombosi del seno venoso cerebrale.

Circa la metà delle ricorrenze si è manifestata entro il primo anno dall'interruzione della terapia anticoagulante.

I fattori di rischio per la trombosi venosa ricorrente sono stati: sesso maschile ( hazard ratio aggiustato, HR=9.66 ) e, per le trombosi diverse dalla trombosi del seno venoso cerebrale, trombofilia grave derivata da deficit di antitrombina, proteina C, e proteina S, anticorpi anti-fosfolipidi o anomalie combinate ( HR= 4.71 ).

In conclusione, il rischio di trombosi del seno venoso cerebrale ricorrente è basso ed è più alto nel primo anno dopo l'interruzione del trattamento anticoagulante, e tra gli uomini.
Anomalie trombofiliche lievi non sono risultate associate a trombosi del seno venoso cerebrale ricorrente, ma la trombofilia grave implica un aumento del rischio di trombosi venosa profonda degli arti inferiori o embolia polmonare. ( Xagena2010 )

Martinelli I et al, Circulation 2010; 121: 2740-2746


Emo2010



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