Fattori di rischio ed effetti sugli esiti a lungo termine di un aumento della troponina cardiaca I dopo impianto di stent a eluizione di farmaco nei pazienti con malattia coronarica stabile


Uno studio ha valutato i fattori di rischio di un aumento postprocedurale della troponina I cardiaca ( cTnI ) e i suoi effetti sulla rivascolarizzazione ripetuta e sugli esiti clinici globali in pazienti con angina e normali livelli preprocedurali di cTnI, che sono stati sottoposti con successo a impianto di stent a rilascio di farmaco.

L’aumento postprocedura di cTnI ( maggiore o uguale a 0.5 ng/ml ) è stato osservato in 207 pazienti su 802 ( 25.8% ).

I pazienti con aumento di cTnI avevano una malattia coronarica più estesa rispetto ai pazienti senza aumento di cTnI, cosa che ha richiesto per il gruppo cTnI più interventi per multilesioni e una maggiore lunghezza totale dello stent.

All'analisi multivariata, la lunghezza totale dello stent ( odds ratio, OR=1.02, 1.01-1.03, p=0.001 ) e l'uso di inibitori della glicoproteina IIb/IIIa ( Gp IIb/IIIa ) ( OR=3.07; p minore di 0.001 ) sono stati identificati come fattori predittivi indipendenti di aumento di troponina I cardiaca.

Nel corso di un follow-up mediano di 42 mesi, tuttavia, non ci sono state significative differenze tra i gruppi nelle stime di qualsiasi rivascolarizzazione ripetuta ( 24.8% vs 18.4%, hazard ratio, HR=1.085; p=0.694 ) ed eventi avversi cardiovascolari principali ( 27.0% vs 22.4%, 1.022; p=0.911 ).

In conclusione, i pazienti con aumento postprocedurale di cTnI avevano una malattia coronarica al basale più grave e hanno ricevuto procedure interventistiche più complesse.
Tuttavia, l'aumento di cTnI dopo il successo dell’impianto di stent a eluizione di farmaco non è stato associato ad un aumentato rischio di rivascolarizzazione ripetuta o di altri eventi avversi. ( Xagena2012 )

Koh JS et al, Am J Cardiol 2012; 109: 461-465


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