Bassi dosaggi di Tamoxifene sembrano rallentare la proliferazione del tumore della mammella
Il Tamoxifene ha dimostrato di ridurre il rischio di carcinoma mammario nelle donne ad alto rischio di malattia.
Di contro, l’impiego del Tamoxifene aumenta il rischio di insorgenza di tumori dell’endometrio e di tromboembolismo venoso, probabilmente in modo dose-dipendente.
Uno studio, coordinato dalla Divisione di Chemioprevenzione dell’Istituto Europeo di Oncologia ( IEO ) di Milano, ha confrontato gli effetti di diversi dosaggi di Tamoxifene sulla proliferazione del tumore della mammella, misurata dall’espressione dell’antigene Ki-67 e di altri marker biochimici.
Un totale di 120 donne con carcinoma mammario con positività per il recettore per l’estrogeno ( ER ) sono state assegnate in modo random al Tamoxifene 1 mg/die, 5 mg/die o 20 mg/die per 4 settimane.
L’espressione di Ki-67 si è ridotta ( -15% rispetto al basale ) in tutti e tre i gruppi di Tamoxifene, con nessuna differenza nella grandezza della riduzione.
Diversi marker biochimici hanno invece mostrato una relazione dose-risposta al Tamoxifene.
Questo studio ipotizza che bassi dosaggi ( 1 mg/die o 5 mg/die ) di Tamoxifene possano risultare efficaci quanto il dosaggio standard ( 20 mg/die ) nel ritardare la proliferazione del tumore della mammella. ( Xagena2003 )
Decensi A et al, J Natl Cancer Inst 2003; 95:779-790
Onco2003 Farma2003
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