Carenza di vitamina D associata a significativa stenosi della arteria coronaria
Studi recenti hanno indicato una associazione tra attività della vitamina D e rischio cardiometabolico.
Sono stati studiati i livelli di vitamina D e la loro associazione con l'aterosclerosi subclinica in uno studio di coorte basato sulla popolazione coreana ( Korean Longitudinal Study on Health and Aging, KloSHA ).
Allo studio hanno partecipato 439 uomini e 561 donne di 65 anni o più anziani.
Nella popolazione campione sono stati valutati il punteggio del calcio arterioso a livello coronarico e la stenosi utilizzando la tomografia computerizzata cardiaca multistrato, lo spessore intima-media carotideo con ecografia, la velocità dell'onda di impulso e l'indice caviglia-brachiale.
Tra i partecipanti, il 49.8%, 44.2% e 6.0% aveva carenza ( minore di 15 ng/ml ), insufficienza ( 15-29.9 ng/ml ) e valori adeguati ( maggiore o uguale a 30 ng/ml ) di 25-idrossivitamina D ( 25-OHD ), rispettivamente.
La frequenza di stenosi coronarica ( maggiore del 50% ) differiva tra le categorie di 25-OHD: 18.5, 12.9 e 1.9% nei gruppi con 25-OHD carente, insufficiente e adeguato, rispettivamente ( P minore di 0.05 ).
Dopo aggiustamento per il rischio cardiometabolico e inalterata concentrazione di paratormone, l'analisi di regressione multivariata ha mostrato che i partecipanti con una bassa concentrazione di 25-OHD avevano un rischio più elevato di stenosi coronarica; gli odds ratio ( OR ) sono stati 2.08 per una concentrazione di 25-OHD di 15-29.9 ng/ml vs almeno 30 ng/ml e 3.12 per concentrazione di 25-OHD inferiore a 15 ng/ml vs almeno 30 ng/ml ( entrambi P minore di 0.05 ).
In conclusione, l'associazione tra livelli inadeguati di 25-idrossivitamina D e aterosclerosi subclinica sottolinea le implicazioni cliniche del livello di vitamina D.
Una strategia di intervento per aumentare il livello di vitamina D attraverso una dieta ricca di vitamina D e adeguata esposizione al sole potrebbe attenuare le conseguenze della carenza di vitamina D. ( Xagena2012 )
Lim S et al, J Clin Endocrinol Metab 2012; 97: 169-178
Endo2012 Cardio2012
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