Caelyx nel trattamento del cancro metastatico della mammella, cancro avanzato delle ovaie, sarcoma di Kaposi associato ad AIDS, e mieloma multiplo con progressione della malattia


Caelyx è un concentrato per la preparazione di una soluzione per infusione, il cui principio attivo è la Doxorubicina cloridrato ( 2 mg/ml ).
Caelyx trova impiego nel trattamento dei seguenti tipi di cancro in pazienti adulti:

 cancro metastatico della mammella nelle pazienti a rischio di problemi cardiaci; per questa indicazione Caelyx viene usato da solo;

 cancro delle ovaie in stadio avanzato nelle pazienti precedentemente sottoposte a trattamento con farmaci antitumorali a base di Platino che non hanno più effetto;

 sarcoma di Kaposi nei pazienti con AIDS ( sindrome da immunodeficienza acquisita ) con sistema immunitario gravemente compromesso e sarcoma esteso della cute, delle parti umide del corpo o degli organi interni;

 mieloma multiplo nei pazienti con malattia progressiva precedentemente sottoposti ad almeno un altro trattamento e sono già stati sottoposti o non sono idonei al trapianto di midollo. Caelyx viene usato in combinazione con Bortezomib.

La dose iniziale raccomandata di Caelyx per il carcinoma mammario od ovarico è di 50 mg per metro quadrato di superficie corporea ( calcolata in base all’altezza e al peso della paziente ) ogni quattro settimane finché la malattia non peggiora e la paziente tollera il trattamento.
Per il sarcoma di Kaposi, la dose è di 20 mg/m2 ogni 2-3 settimane per 2-3 mesi; per il mieloma multiplo è di 30 mg/m2 da somministrare il quarto giorno di ogni ciclo di tre settimane di trattamento con Bortezomib, finché il paziente mostra di ottenere benefici e di tollerare il farmaco.

È necessario interrompere il trattamento o ridurre la dose qualora si manifestino determinati effetti indesiderati o insorgano problemi al fegato.

Caelyx non è raccomandato per i pazienti sottoposti a rimozione della milza.

Il principio attivo contenuto in Caelyx, la Doxorubicina cloridrato, è un farmaco citotossico appartenente al gruppo delle antracicline. Esso agisce intervenendo sul DNA interno delle cellule, impedendo loro la replicazione del DNA e la produzione delle proteine. In tal modo le cellule cancerose non possono dividersi e quindi muoiono. Caelyx si accumula nelle zone dell’organismo in cui i vasi sanguigni hanno una forma anomala, come all’interno dei tumori, e lì si concentra la sua azione.

La Doxorubicina cloridrato è disponibile fin dagli anni sessanta. In Caelyx è contenuto in liposomi pegilati ( piccole sfere lipidiche rivestite di una sostanza chimica, il polietilenglicole ), in modo da diminuire la velocità di scomposizione del principio attivo e prolungarne il tempo di circolazione nel sangue. Tale accorgimento riduce inoltre gli effetti del farmaco sui tessuti e le cellule sani, diminuendo così la probabilità di alcuni effetti collaterali.

Caelyx è stato oggetto di sette studi principali che hanno interessato un totale di 2512 pazienti. Per il cancro metastatico della mammella Caelyx è stato confrontato con la normale Doxorubicina in uno studio principale condotto su 509 pazienti di sesso femminile.
Per il cancro delle ovaie di stadio avanzato Caelyx è stato confrontato con il Topotecan in uno studio condotto su 474 pazienti di sesso femminile precedentemente sottoposte a chemioterapia al Platino.
Per il sarcoma di Kaposi correlato all’AIDS, l’efficacia di Caelyx è stata oggetto di due studi principali su 384 pazienti, di cui 77 già sottoposti al trattamento in precedenza.
Ulteriori studi hanno confrontato Caelyx con una combinazione di Doxorubicina, Bleomicina e Vincristina su 258 pazienti e con una combinazione di Bleomicina e Vincristina su 241 pazienti.
Per il mieloma multiplo l’efficacia della combinazione Caelyx e Bortezomib è stata confrontata con quella della monoterapia con Bortezomib su 646 pazienti.

Il parametro principale dell’efficacia era il tempo intercorso fino al peggioramento della malattia oppure, nel caso del sarcoma di Kaposi, il numero di pazienti che hanno risposto al trattamento.

Nel trattamento del tumore alla mammella Caelyx ha mostrato una efficacia pari a quella della normale Doxorubicina: il tempo fino al peggioramento della malattia è risultato pari a circa 7.5 mesi in entrambi i gruppi.
Tuttavia i pazienti trattati con Caelyx sono risultati meno suscettibili di riportare problemi cardiaci.

Per quanto riguarda il cancro delle ovaie, Caelyx si è dimostrato efficace al pari del Topotecan nel ritardare il peggioramento della malattia.

Per il sarcoma di Kaposi, circa il 70% dei pazienti ha mostrato una risposta completa o parziale al trattamento, con risultati analoghi a quelli ottenuti nello studio dei pazienti già sottoposti a trattamento.

Gli altri studi hanno mostrato che Caelyx era anche più efficace delle combinazioni di confronto.

Per il mieloma multiplo, l’aggiunta di Caelyx al Bortezomib ha ritardato il peggioramento della malattia da 6.5 a 9.3 mesi.

Gli effetti indesiderati associati a Caelyx dipendono dal tipo di cancro trattato. L’effetto indesiderato più comune ( in più di 1 paziente su 10 ) osservato in tutti i tipi di cancro è la nausea. Altri effetti indesiderati molto comuni sono eritrodisestesia palmo-plantare ( arrossamento e dolore alle mani e ai piedi ), vomito, stomatite ( infiammazione del rivestimento epiteliale della bocca ), eruzione cutanea, astenia ( debolezza ), basso numero di globuli del sangue, perdita d’appetito, alopecia ( perdita di capelli ), affaticamento, diarrea, stitichezza e mucosite (i nfiammazione della bocca e della gola ).

Caelyx non va usato nei pazienti che potrebbero essere ipersensibili ( allergici ) alla Doxorubicina cloridrato o a uno qualsiasi degli altri componenti.

Caelyx non va usato per curare il sarcoma di Kaposi qualora questo sia trattabile efficacemente con trattamenti localizzati ( che interessano solo la sede del tumore ) o con un trattamento con Interferone alfa sistemico.

Il Comitato scientifico ( CHMP ) dell'EMA ( European Medicines Agency ) ha deciso che i benefici di Caelyx sono superiori ai rischi. ( Xagena2010 )

Fonte: EMA, 2010

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