Anticorpi monoclonali e leucoencefalopatia multifocale progressiva
Fin dalla loro introduzione, gli anticorpi monoclonali hanno presentato un ruolo nel trattamento di un’ampio numero di disordini. Tuttavia, la perturbazione del sistema immunitario seguita al loro uso può comportare un aumento del rischio di sviluppare disordini che si presentano in una condizione di immunosoppressione, come infezioni opportuniste e tumori.
Neurologi dell’University of Kentuchy a Lexington negli Stati Uniti, hanno esaminato l’associazione tra alcuni anticorpi monoclonali e lo sviluppo di una rara malattia demielinizzante del cervello, la leucoencefalopatia multifocale progressiva ( PML ).
La leucoencefalopatia multifocale progressiva è causata dal polioma virus, virus JC, e si presenta in condizioni di alterata immunità, più comunemente AIDS.
L’infezione da polioma virus è stata riconosciuta come una potenziale complicanza della terapia con anticorpi monoclonali, impiegata nel trattamento della sclerosi multipla e della malattia di Crohn con Natalizumab ( Tysabri ).
Anche Efalizumab ( Raptiva ), un anticorpo monoclonale impiegato nel trattamento della psoriasi, ha mostrato di essere associato allo sviluppo di leucoencefalopatia multifocale progressiva.
Un aumentato rischio è stato segnalato per Rituximab, sebbene la maggior parte dei pazienti che ha sviluppato la leucoencefalopatia multifocale progressiva fosse in trattamento per disordini correlati alle cellule B, che predispongono allo sviluppo di PML. ( Xagena2009 )
Berger JR et al, MAbs 2009; 1: 583-589
Neuro2009 Farma2009
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