Ictus criptogenetico e sottostante fibrillazione atriale
Le attuali linee guida raccomandano almeno 24 ore di monitoraggio elettrocardiografico ( ECG ) dopo un ictus ischemico per escludere la fibrillazione atriale.
Tuttavia, non sono state stabilite la durata più efficace e il tipo di monitoraggio, e la causa di ictus ischemico rimane incerta nonostante una valutazione diagnostica completa in 20%-40% dei casi ( ictus criptogenetico ).
La rilevazione della fibrillazione atriale dopo ictus criptogenetico ha implicazioni terapeutiche.
È stato condotto uno studio randomizzato controllato di 441 pazienti per valutare se il monitoraggio a lungo termine con un monitor cardiaco inseribile ( ICM ) sia più efficace di un follow-up convenzionale ( controllo ) per rilevare la fibrillazione atriale nei pazienti con ictus criptogenetico.
I pazienti di 40 anni di età o più anziani senza evidenza di fibrillazione atriale durante almeno 24 ore di monitoraggio ECG sono stati sottoposti a randomizzazione entro 90 giorni dopo l'evento indice.
L'endpoint primario era il tempo alla prima rilevazione della fibrillazione atriale persistente ( durata maggiore di 30 secondi ) entro 6 mesi.
Tra gli endpoint secondari vi era il momento alla prima rilevazione della fibrillazione atriale entro 12 mesi.
I dati sono stati analizzati secondo il principio intention-to-treat.
A 6 mesi, la fibrillazione atriale è stata rilevata nell’8.9% dei pazienti nel gruppo con un monitor cardiaco inseribile ( 19 pazienti ) contro 1.4% dei pazienti nel gruppo di controllo ( 3 pazienti ) ( hazard ratio, HR=6.4, P minore di 0.001 ).
A 12 mesi, la fibrillazione atriale è stata rilevata nel 12.4% dei pazienti nel gruppo con un monitor cardiaco inseribile ( n=29 ) contro il 2.0% dei pazienti nel gruppo di controllo ( n=4 ) ( HR=7.3, P minore di 0.001 ).
In conclusione, il monitoraggio ECG con un monitor cardiaco inseribile è risultato superiore a un follow-up convenzionale per la rilevazione della fibrillazione atriale dopo ictus criptogenetico. ( Xagena2014 )
Sanna T et al, N Engl J Med 2014; 370: 2478-2486
Cardio2014 Neuro2014
Indietro
Altri articoli
Anticoagulazione precoce versus tardiva per l'ictus nei pazienti con fibrillazione atriale
L'effetto dell'inizio precoce rispetto all'inizio successivo degli anticoagulanti orali diretti ( DOAC ) nelle persone con fibrillazione atriale che hanno...
Terapia precoce per il controllo del ritmo per la fibrillazione atriale nei pazienti con anamnesi di ictus: un'analisi per sottogruppi dello studio EAST-AFNET 4
I pazienti con fibrillazione atriale e una storia di ictus sono ad alto rischio di ictus ricorrente e complicanze cardiovascolari....
Apixaban o Warfarin e Aspirina o placebo dopo sindrome coronarica acuta o intervento coronarico percutaneo nei pazienti con fibrillazione atriale e precedente ictus: analisi post hoc dello studio AUGUSTUS
I dati sono limitati per quanto riguarda il rischio di eventi ischemici cerebrovascolari e sanguinamento maggiore nei pazienti con fibrillazione...
Terapia anticoagulante orale non-antagonista della vitamina K ritardata rispetto a terapia anticoagulante orale dopo ictus ischemico acuto nella fibrillazione atriale: studio TIMING
Non ci sono raccomandazioni basate sull'evidenza sul momento ottimale per iniziare ad assumere anticoagulanti orali non-antagonisti della vitamina K (...
Indice di massa corporea nell'adolescenza e rischio a lungo termine di fibrillazione atriale precoce e successiva mortalità, insufficienza cardiaca e ictus ischemico
Uno studio ha cercato di determinare il ruolo dell'obesità negli uomini adolescenti sullo sviluppo della fibrillazione atriale e sui successivi...
Fibrillazione atriale e sintomi di ictus nello studio REGARDS
Non è noto se i sintomi dell'ictus in assenza di una diagnosi di ictus siano un segno di sottili fenomeni...
Valutazione del rischio di ictus senza terapia anticoagulante in uomini e donne con fibrillazione atriale di età compresa tra 66 e 74 anni senza altri fattori CHA2DS2-VASc
Esistono dati limitati da studi clinici e raccomandazioni discrepanti sull'uso della terapia anticoagulante nei pazienti con fibrillazione atriale di età...
Nella fibrillazione atriale non-valvolare, il prediabete conferisce un rischio elevato di ictus
Il diabete e il prediabete sono risultati associati a un aumentato rischio di ictus nei pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare. La...
Il pre-diabete aumenta il rischio di ictus nei pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare
Il diabete mellito aumenta il rischio di embolia nella fibrillazione atriale non-valvolare ( NVAF ). L'associazione tra pre-diabete e rischio...
Biomarcatori per il rilevamento della fibrillazione atriale dopo l'ictus
Sono stati identificati i biomarcatori clinici, elettrocardiografici ( ECG ) ed ematici associati al rilevamento della fibrillazione atriale dopo ictus...