L'infarto cerebrale silente è un fattore di rischio per la recidiva di infarto negli adulti con anemia falciforme
A causa dell'elevata prevalenza di infarti cerebrali silenti ( SCI ) negli adulti con anemia falciforme ( SCA ) e mancanza di informazioni per guidare le strategie di trattamento, è stato valutato il rischio di infarto cerebrale silente ricorrente e ictus palese negli adulti con anemia falciforme con preesistente infarto cerebrale silente.
Uno studio osservazionale ha incluso adulti con anemia falciforme ( HbSS o S-beta 0 talassemia ) di età compresa tra 18 e 40 anni.
I partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale con 3 tesla e a un esame neurologico dettagliato.
L'analisi time-to-event ha valutato i pazienti con o senza infarto cerebrale silente al basale e con infarti nuovi o progressivi.
È stato studiato il tasso di incidenza di nuovi eventi e l'associazione di infarto cerebrale silente con la progressione dell'infarto.
Tra gli adulti con anemia falciforme con 2 risonanze magnetiche per immagini ( MRI ) e almeno 6 mesi tra le risonanze magnetiche ( n=54, intervallo medio=2.5 anni ), il 43% presentava infarto cerebrale silente al basale.
Tra i partecipanti con infarto cerebrale silente al basale, il 30% presentava infarti cerebrali silenti nuovi o progressivi nell’arco di 2.5 anni rispetto al 6% senza infarto cerebrale silente al basale; nessun partecipante ha presentato un ictus manifesto.
Nuovi infarti cerebrali silenti al follow-up erano presenti in 12.9 per 100 anni-paziente con infarto cerebrale silente esistente rispetto a 2.4 per 100 anni-paziente senza infarto cerebrale silente precedente ( log-rank test, P=0.021 ).
Non sono state osservate differenze statisticamente significative tra i soggetti con o senza infarto cerebrale silente al basale nell’uso della terapia con Idrossiurea, dosi di Idrossiurea o altri fattori di rischio di ictus.
La presenza di infarto cerebrale silente è risultata associata a un aumentato rischio di infarto nuovo o progressivo ( hazard ratio, HR=5.27, P=0.039 ).
Gli infarti silenti negli adulti con anemia falciforme sono comuni e rappresentano un fattore di rischio significativo per futuri infarti silenti. ( Xagena2018 )
Jordan LC et al, Neurology 2018; 91: e781-e784
Neuro2018 Emo2018 Farma2018
Indietro
Altri articoli
Xagrid: rischio di trombosi incluso infarto cerebrale in caso di interruzione improvvisa del trattamento
L'Agenzia europea per i medicinali ( EMA ) e l’Agenzia Italiana del Farmaco ( AIFA ), hanno informato gli operatori...
L'insufficienza renale cronica è indipendentemente associata a infarto cerebrale acuto ricorrente nei pazienti con fibrillazione atriale
L’obiettivo di uno studio è stato quello di determinare la frequenza e il tempo di recidiva di infarto cerebrale nei...
Sicurezza ed efficacia della Gliburide per via endovenosa sull’edema cerebrale del cervello dopo ampio infarto emisferico
Modelli preclinici di ictus hanno dimostrato che la Gliburide per via endovenosa riduce l’edema cerebrale e migliora la sopravvivenza. Si...
Cefalea ed emicrania nei bambini con anemia falciforme sono associati a più bassi livelli di emoglobina e a più elevati tassi di eventi dolorosi, ma non a infarto cerebrale silente
Sono stati identificati i fattori di rischio per la cefalea e l’emicrania nei bambini con anemia falciforme ed stata esaminata...
L'interruzione delle trasfusioni profilattiche aumenta il rischio di infarto cerebrale silente nei bambini con anemia a cellule falciformi
Nello studio STOP II, la sospensione delle trasfusioni di profilassi nei bambini ad alto rischio affetti da anemia falciforme ha...
Previsione di infarto maligno dell'arteria cerebrale media utilizzando misurazioni della riserva del volume intracranico con tomografia computerizzata
La chirurgia decompressiva precoce in pazienti con infarto maligno dell'arteria cerebrale media può migliorare gli esiti.L'aumento della pressione intracranica dipende...
Un alto consumo di tè e caffè potrebbe ridurre il rischio di infarto cerebrale tra gli uomini fumatori
Il consumo di tè e caffè potrebbe ridurre il rischio di ictus in quanto tali bevande possiedono proprietà antiossidanti; inoltre...
L’ACE-inibitore Perindopril migliora la reattività vasomotoria cerebrale nei pazienti con infarto lacunare
C’è una crescente evidenza che l’inibizione farmacologica del sistema renina-angiotensina possa ridurre il rischio di ictus, sebbene non sia...
Nel lungo periodo , l'infarto cerebrale sul lato sinistro è associato ad un maggior rischio di morte improvvisa
Uno studio compiuto dai Ricercatori del NASCET ha valutato l'esistenza di una relazione tra rischio nel lungo periodo di morte...