Zilucoplan nella miopatia necrotizzante immuno-mediata
La miopatia necrotizzante immuno-mediata è una miopatia autoimmune caratterizzata da debolezza muscolare prossimale, elevate concentrazioni di creatina chinasi e autoanticorpi che riconoscono la 3-idrossi-3-metilglutaril-coenzima A reduttasi ( HMGCR ) o la particella di riconoscimento del segnale ( SRP ).
Non esistono terapie approvate per le persone con miopatia necrotizzante immuno-mediata.
Precedenti studi hanno suggerito che l'attivazione del complemento potrebbe essere patogena nella miopatia necrotizzante immuno-mediata; pertanto, Zilucoplan, un inibitore del complemento C5, potrebbe essere una potenziale terapia.
Sono state valutate l'efficacia, la sicurezza e la tollerabilità di Zilucoplan nei partecipanti adulti con miopatia necrotizzante immuno-mediata positiva per autoanticorpi anti-HMGCR o anti-SRP.
IMNM-01 era uno studio di fase 2, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo condotto in 15 Centri ospedalieri negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia e nei Paesi Bassi.
I partecipanti di età compresa tra 18 e 74 anni erano idonei per l'inclusione se avevano una diagnosi clinicamente confermata di miopatia necrotizzante immuno-mediata, sierologia positiva per autoanticorpi anti-HMGCR o anti-SRP, evidenza clinica di debolezza, concentrazione sierica totale di creatina chinasi superiore a 1.000 U/L allo screening e nessun cambiamento nei glucocorticoidi o altre terapie immunosoppressive per 30 giorni prima del basale o previsto durante le prime 8 settimane dello studio.
I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere giornalmente Zilucoplan sottocutaneo 0.3 mg/kg oppure placebo per 8 settimane con iscrizione facoltativa all'estensione, in aperto, dello studio.
La randomizzazione è stata stratificata in base allo stato degli autoanticorpi. I partecipanti e il personale dello studio non conoscevano l'assegnazione del gruppo di trattamento.
L'endpoint primario di efficacia ( nella popolazione intent-to-treat [ ITT ], definita come tutti i partecipanti assegnati in modo casuale a un gruppo di trattamento ) era la variazione percentuale dal basale alla settimana 8 nelle concentrazioni di creatina chinasi.
Le analisi di sicurezza sono state eseguite sulla popolazione di sicurezza ( partecipanti che hanno ricevuto almeno una dose del farmaco in studio durante lo studio principale, indipendentemente dal fatto che abbiano continuato fino al periodo di estensione; i partecipanti allo studio sono stati analizzati sulla base del trattamento ricevuto ).
Tra il 2019 e il 2021, sono stati assegnati in modo casuale 27 partecipanti ( 13 femmine e 14 maschi ) a ricevere Zilucoplan ( n=12 ) oppure placebo ( n=15 ).
Tutti i 27 partecipanti hanno completato lo studio principale di 8 settimane.
Alla settimana 8 non ci sono state differenze significative tra i gruppi di trattamento nella variazione percentuale mediana delle concentrazioni di creatina chinasi rispetto al basale ( -15.1% nel gruppo Zilucoplan vs -16.3% nel gruppo placebo; P=0.46 ) e nessun miglioramento clinicamente rilevante nel tempo all'interno del gruppo di trattamento nonostante l'impegno target basato sulla modalità di azione.
Non ci sono stati risultati avversi inaspettati di sicurezza o tollerabilità. Gli eventi avversi emersi dal trattamento sono stati riportati in 9 dei 12 partecipanti ( 75% ) nel gruppo Zilucoplan e in 13 dei 15 partecipanti ( 87% ) nel gruppo placebo, e gli eventi avversi gravi emersi dal trattamento sono stati riportati in 0 partecipanti nel gruppo Zilucoplan e in 3 partecipanti ( 20% ) nel gruppo placebo.
Gli eventi avversi più frequenti emersi dal trattamento sono stati mal di testa ( 4 partecipanti, 33%, nel gruppo Zilucoplan e 4 partecipanti, 27%, nel gruppo placebo ) e nausea ( 3 partecipanti, 25%, nel gruppo Zilucoplan e 3 partecipanti, 20% nel gruppo placebo ).
L'inibizione di C5 non sembra essere una modalità di trattamento efficace per le persone con miopatia necrotizzante immuno-mediata.
Piuttosto che essere il motore principale dell'attività della malattia, l'attivazione del complemento potrebbe essere secondaria alla lesione muscolare. ( Xagena2023 )
Mammen AL et al, Lancet Rheumatology 2023; 5: 67-76
Neuro2023 MalRar2023 Med2023 Farma2023
Indietro
Altri articoli
Migliore previsione del rischio di cardiomiopatia utilizzando lo strain longitudinale globale e il frammento N-terminale del pro-peptide natriuretico di tipo B nei sopravvissuti a tumore infantile esposti a terapia cardiotossica
Sono stati impiegati lo strain longitudinale globale ( GLS ) al basale e il frammento N-terminale del pro-peptide natriuretico di...
Disfunzione sistolica ventricolare sinistra nei pazienti con diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica durante l'infanzia: approfondimenti dal registro SHaRe
Lo sviluppo della disfunzione sistolica ventricolare sinistra ( FEVS ) nella cardiomiopatia ipertrofica ( HCM ) è raro ma grave...
Esercizio vigoroso nei pazienti con cardiomiopatia ipertrofica
Non è noto se un esercizio di intensità vigorosa sia associato a un aumento del rischio di aritmie ventricolari nei...
Efficacia e sicurezza di Elamipretide negli individui con miopatia mitocondriale primaria: studio MMPOWER-3
Le miopatie mitocondriali primarie ( PMM ) comprendono un gruppo di malattie genetiche che compromettono la fosforilazione ossidativa mitocondriale, influenzando...
Sicurezza ed efficacia della terapia di sostituzione genica per la miopatia miotubulare legata al cromosoma X: studio ASPIRO
La miopatia miotubulare legata al cromosoma X è una malattia muscolare congenita rara, pericolosa per la vita, osservata principalmente nei...
ROBO2 identificato come nuovo gene di suscettibilità per la cardiomiopatia correlata alle antracicline nei sopravvissuti al tumore infantile
La variabilità interindividuale nell'associazione dose-dipendente tra antracicline e cardiomiopatia ha indicato un ruolo modificante della suscettibilità genetica. Pochi studi hanno...
Camzyos a base di Mavacamten nel trattamento degli adulti per il trattamento della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva
Camzyos, il cui principio attivo è Mavacamten, è un medicinale usato negli adulti per il trattamento della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva...
Camzyos a base di Mavacamten, un inibitore della miosina cardiaca, per il trattamento della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica. Approvato nell'Unione Europea
La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Camzyos ( Mavacamten, 2.5 mg, 5 mg, 10 mg, 15 mg capsule...
Inibizione della miosina mediante Mavacamten nei pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sottoposti a terapia di riduzione del setto: esiti a 32 settimane
La terapia di riduzione del setto ( SRT ) nei pazienti con sintomi intrattabili da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva ( oHCM...