Revisione della FDA: dubbi sulla efficacia e sicurezza di Lemtrada, un farmaco per la sclerosi multipla recidivante-remittente
I revisori dell’Agenzia regolatoria degli Stati Uniti, FDA ( Food and Drug Administration ), hanno esaminato la documentazione che accompagna la domanda di autorizzazione al commercio di Alemtuzumab ( Lemtrada ) per la sclerosi multipla recidivante-remittente, e hanno espresso critiche sia sulla efficacia sia sulla sicurezza del medicinale.
Secondo i revisori della FDA, Lemtrada è associato a gravi problemi di sicurezza, potenzialmente fatali, che potrebbero rendere il farmaco non-approvabile.
Riguardo alla efficacia, le difficoltà metodologiche dei due studi registrativi condotti dalla società produttrice di Alemtuzumab, Genzyme, appartenente al gruppo Sanofi, non hanno permesso di definire l’efficacia del farmaco.
Pertanto, devono essere condotti studi adeguati e ben controllati per stabilire l'efficacia di Alemtuzumab.
Alemtuzumab, un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio la proteina CD52, è un farmaco già noto, venduto in passato con il marchio di Campath ( in Europa : MabCampath ) nel trattamento dei pazienti affetti da leucemia linfocitica cronica a cellule B ( B-LLC ) per i quali la chemioterapia di combinazione con Fludarabina non era appropriata.
In tempi successivi era stata osservata una certa efficacia di Alemtuzumab nel ridurre le recidive di sclerosi multipla.
Genzyme aveva sospeso l’utilizzo di Alemtuzumab come farmaco antileucemico, in modo da far si che Alemtuzumab diventasse solo un farmaco per la sclerosi multipla.
I due studi clinici, CARE-MS-I e CARE-MS-II, presentati da Genzyme per l’approvazione del farmaco, avevano mostrato che il tasso annuale di recidive nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente si riduceva di circa il 50% tra coloro che venivano trattati con Alemtuzumab, rispetto a Rebif ( Interferone beta-1a ), considerata la terapia standard per questa condizione.
Secondo i revisori della FDA, diversi pazienti non sono stati valutati per il basale [ disabilità ] e hanno avuto un ritardo nel trattamento. Questo invaliderebbe le conclusioni dello studio CARE- MS-II ( riduzione della progressione della disabilità ).
Lo studio CARE-MS-I non aveva mostrato una significativa riduzione della progressione della disabilità con Alemtuzumab.
E’ stata anche messa in dubbio la riduzione da parte di Alemtuzumab dei tassi di recidiva, rispetto all’Interferone beta-1a.
Secondo l’FDA, potrebbe esserci stata una sovrastima di recidive nel gruppo Interferone e una sottostima nel gruppo Alemtuzumab.
Inoltre, problemi nella interpretazione dei risultati nello studio CARE-MS-II rendono impossibile il calcolo delle stime accurate del tasso di ricaduta.
In sintesi, i due studi CARE-MS-I e CARE-MS-II pongono molte domande e offrono poche risposte. Il disegno è inadeguato e gli studi sono stati mal eseguiti.
Pertanto, i revisori dell’FDA raccomandano l’effettuazione di nuovi studi per stabilire l’efficacia di Alemtuzumab nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente.
Riguardo alla sicurezza l’attenzione è stata focalizzata sullo sviluppo di nuove sindromi autoimmuni che interessano la tiroide e il sangue e le popolazioni di cellule immunitarie, e anche su alcuni casi di cancro alla tiroide.
Tra i circa 1.500 pazienti trattati con Alemtuzumab negli studi clinici, 26 hanno sviluppato trombocitopenia immune, 3 hanno presentato anemia emolitica autoimmune, 2 pancitopenia autoimmune, e quasi il 20% ha mostrato disturbi non-maligni della tiroide.
Sei pazienti nel gruppo Alemtuzumab hanno sviluppato tumori alla tiroide, contro nessuno nel gruppo Interferone. ( Xagena2013 )
Fonte : FDA, 2013
Neuro2013 Farma2013
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