Eylea nel trattamento di degenerazione maculare, edema maculare, edema maculare diabetico
Eylea, il cui principio attivo è Aflibercept, trova inidcazione nel trattamento degli adulti affetti da:
a) forma essudativa ( umida ) di degenerazione maculare correlata all’età ( AMD ), una malattia che colpisce la zona centrale della retina, detta macula, situata nella parte posteriore del bulbo oculare. La forma umida della degenerazione maculare senile è determinata dalla crescita anomala di vasi sanguigni sotto la macula,
che possono sanguinare e far trasudare liquido, inducendo edema;
b) compromissione della vista dovuta a un edema maculare ( gonfiore della macula ) conseguente al blocco della vena principale che trasporta sangue dalla retina, una condizione nota come occlusione venosa retinica centrale;
c) compromissione della vista dovuta a edema maculare associato a danni ai vasi sanguigni causati
dal diabete mellito.
La macula è deputata alla visione centrale, necessaria per distinguere i particolari e svolgere, quindi, operazioni quotidiane come guidare, leggere e riconoscere volti. La malattia provoca la graduale perdita della visione centrale.
Eylea è disponibile come soluzione per iniezione nell’occhio sotto forma di siringhe preriempite o fiale.
Eylea deve essere somministrato con un’iniezione intravitreale ( cioè praticata nell’umore vitreo, il fluido gelatinoso presente nell’occhio ) da parte di un medico qualificato ed esperto nell’esecuzione di queste operazioni.
Per quanto riguarda la degenerazione maculare senile essudativa, viene eseguita una iniezione di 2 mg nell’occhio interessato ogni mese per tre mesi consecutivi, seguita da un’iniezione ogni due mesi.
Dopo un anno di terapia, è possibile ridurre la frequenza delle iniezioni, in funzione della risposta al trattamento.
Per quanto concerne l’edema maculare conseguente a occlusione della circolazione venosa della retina ( CRVO ), viene effettuata un’iniezione al mese di 2 mg nell’occhio interessato finché la condizione continua a migliorare. La vista del paziente deve essere controllata ogni volta che si effettua un’iniezione. Se non si riscontra una risposta entro tre mesi dall’inizio della terapia, il trattamento non va proseguito. In caso di risposta, si può valutare
l’eventualità di interrompere il trattamento o di ridurne la frequenza una volta che la condizione è rimasta stabile per tre mesi.
Per quanto riguarda l’edema maculare diabetico, viene eseguita una iniezione di 2 mg nell’occhio interessato ogni mese per cinque mesi consecutivi, per poi proseguire con una iniezione ogni due mesi. Dopo un anno di terapia, è possibile ridurre la frequenza delle iniezioni, in funzione della risposta al trattamento. Se i pazienti non rispondono, il trattamento dev’essere interrotto.
La procedura deve essere condotta in condizioni sterili. La siringa e il flaconcino sono esclusivamente monouso. La siringa preriempita contiene una dose superiore a quella raccomandata; pertanto, nel preparare l’iniezione, il medico deve espellere il volume in eccesso e assicurarsi che sia iniettata la dose corretta.
Dopo l’iniezione è necessario controllare la pressione intraoculare.
Aflibercept è una proteina creata specificamente per legarsi a una sostanza denominata fattore A di crescita dell’endotelio vascolare ( VEGF-A ) e bloccarne gli effetti. Può anche legarsi ad altre proteine, come il fattore di crescita placentare ( PLGF ).
Il VEGF-A e il PLGF sono implicati nella stimolazione della crescita anomala dei vasi sanguigni nei pazienti con degenerazione maculare senile. Bloccando questi fattori, Aflibercept riduce la crescita dei vasi sanguigni e controlla le fuoriuscite e il gonfiore.
Aflibercept è ottenuto con il metodo della tecnologia del DNA ricombinante: viene prodotto da cellule nelle quali è stato introdotto un gene ( DANN ) che le rende capaci di generare Aflibercept.
Eylea è stato esaminato in due studi principali cui hanno partecipato in totale circa 2 400 pazienti affetti dalla forma essudativa della degenerazione maculare senile. Nell’ambito degli studi Eylea ( somministrato alla dose di 0.5
mg ogni quattro settimane, di 2 mg ogni quattro settimane o di 2 mg ogni otto settimane, in tutti i casi dopo le prime tre dosi mensili ) è stato confrontato con Ranibizumab ( Lucentis ), un altro medicinale impiegato nel trattamento della degenerazione maculare senile, somministrato con iniezione intraoculare ogni quattro settimane.
La principale misura di efficacia era la percentuale di pazienti la cui vista era invariata ( che cioè mostravano un
peggioramento della stessa vista, misurato in un esame standard, pari a meno di 15 lettere ) dopo il
primo anno di trattamento.
In entrambi gli studi è stata inoltre valutata la permanenza di questo effetto nel secondo anno di terapia, durante il quale il numero d’iniezioni e l’intervallo tra le stesse sono stati adeguati in base alla vista e alle modificazioni riscontrate nell’occhio.
Eylea è stato inoltre esaminato in altri due studi principali su 366 pazienti con edema maculare conseguente a occlusione della circolazione venosa della retina.
Questi studi hanno confrontato una iniezione mensile di Eylea di 2 mg ogni quattro settimane con una finta iniezione effettuata utilizzando una siringa senza ago.
La principale misura di efficacia era la percentuale di pazienti che in un esame della vista mostravano un miglioramento pari a 15 o più lettere dopo 24 settimane di trattamento.
Gli studi hanno inoltre osservato gli effetti del trattamento, somministrato all’occorrenza, dopo 24 settimane.
Due studi ulteriori su 872 pazienti affetti da edema maculare diabetico hanno esaminato l’effetto di Eylea confrontato con il trattamento laser. Eylea è stato somministrato una volta al mese, o a mesi alterni, dopo le prime cinque iniezioni mensili.
La principale misura dell’efficacia in entrambi gli studi è stato il cambiamento nel numero di lettere che il paziente poteva leggere durante un esame della vista dopo un anno di trattamento.
Eylea ha mostrato di essere altrettanto efficace di Ranibizumab nel mantenimento della vista nei pazienti affetti da degenerazione maculare senile essudativa: se si considerano complessivamente i risultati dei due studi, i pazienti che hanno conservato la vista sono stati il 96.1% ( 517 su 538 ), il 95.4% ( 533 su 559 ) e il 95.3% ( 510 su 535 ) per la somministrazione, rispettivamente, di Eylea 0.5 mg ogni quattro settimane, di Eylea 2 mg ogni quattro settimane e di Eylea 2 mg ogni otto settimane, rispetto al 94.4% ( 508 su 538 ) dei pazienti trattati con Ranibizumab ogni quattro settimane.
Nel secondo anno il trattamento è rimasto in generale efficace: nella maggioranza dei pazienti le iniezioni sono state somministrate con un intervallo tra dosi esteso a 10 settimane, benché un numero limitato di pazienti abbia avuto occasionalmente bisogno di iniezioni più frequenti ( per esempio, mensilmente ).
Eylea ha inoltre determinato un significativo miglioramento della vista nei pazienti con edema maculare
conseguente a occlusione della circolazione venosa della retina. Nel complesso, circa il 60% dei pazienti trattati con Eylea ha mostrato un miglioramento pari ad almeno 15 lettere nell’esame della vista effettuato alla 24a settimana, a fronte del 17% di quelli che avevano ricevuto una finta iniezione.
Proseguendo la terapia all’occorrenza per 52 settimane, i benefici sono in larga misura perdurati, pur scomparendo parzialmente quando i pazienti sono stati trattati e monitorati per periodi più lunghi.
Il numero medio di lettere che i pazienti affetti da edema maculare diabetico potevano leggere prima del trattamento nel corso di un esame della vita era compreso tra 59 e 60 quando Eylea veniva somministrato mensilmente e di circa 11 lettere nei pazienti quando Eylea veniva somministrato a mesi alternati.
Al contrario, ai pazienti sottoposti a un trattamento laser il miglioramento dopo 1 anno era di una sola lettera.
Gli effetti indesiderati più comuni di Eylea ( riguardanti almeno 1 paziente su 20 ) sono emorragia congiuntivale ( sanguinamento nella parte anteriore dell’occhio ), dolore oculare, distacco del corpo vitreo ( distacco della sostanza gelatinosa presente nell’occhio ), cataratta ( opacizzazione del cristallino ), mosche volanti ( piccoli filamenti o macchie nel campo visivo ) e aumento della pressione intraoculare.
Gli effetti indesiderati gravi ( osservati in meno di 1 iniezione su 2600 ) possono annoverare endoftalmite ( infiammazione interna dell’occhio ), cataratta, aumento della pressione intraoculare e distacco del corpo vitreo o retinico.
Eylea non deve essere usato in pazienti con infezioni oculari o perioculari in atto o sospette ( infezioni
all’interno o vicino all’occhio ) o in pazienti affetti da grave infiammazione interna all’occhio.
Il Comitato scientifico ( CHMP ) dell’EMA ( European Medicines Agency ) ha osservato che per la degenerazione maculare senile essudativa Eylea si è dimostrato altrettanto efficace di Ranibizumab nel mantenimento della vista dei pazienti dopo il primo anno di trattamento.
Inoltre, il CHMP ha rilevato che Eylea produceva un miglioramento della vista nei pazienti con edema maculare
conseguente a occlusione venosa retinica o diabete mellito e che non era associato a problemi importanti o inattesi in termini di sicurezza.
Pertanto, il CHMP ha deciso che i benefici di Eylea sono superiori ai suoi rischi. ( Xagena2014 )
Fonte: EMA, 2014
Oftalm2014 Farma2014
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