Associazione tra mutazioni ERBB e gli esiti clinici dei pazienti trattati con Afatinib o Erlotinib con carcinoma al polmone a cellule squamose: analisi secondaria dello studio LUX-Lung 8
La scelta del trattamento per il carcinoma polmonare a cellule squamose potrebbe essere aiutata identificando i biomarcatori predittivi.
E' stato valutato se gli esiti dei pazienti nello studio LUX-Lung 8 fossero associati ad aberrazioni di membri della famiglia di geni ERBB in campioni tumorali.
È stata effettuata una analisi secondaria dello studio LUX-Lung 8 condotto in 183 Centri in 23 Paesi dal 2012 al 2014.
I pazienti eleggibili avevano carcinoma polmonare a cellule squamose in stadio IIIB o IV con malattia progressiva dopo 4 o più cicli di chemioterapia a base di Platino.
L'analisi genetica del tumore ( TGA ) è stata eseguita utilizzando il sequenziamento di nuova generazione in una coorte arricchita per pazienti con sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) superiore a 2 mesi.
I livelli di espressione del recettore del fattore di crescita epidermico ( EGFR ) sono stati valutati mediante immunoistochimica in una coorte separata di pazienti appartenenti alla popolazione di LUX-Lung 8.
Sono state prese in esame le associazioni della sopravvivenza senza progressione e sopravvivenza globale ( OS ) con alterazioni geniche di ERBB e i livelli di espressione di EGFR.
I pazienti sono stati randomizzati al trattamento con Afatinib dimaleato [ Giotrif ] ( 40 mg/die, n=398 ) o Erlotinib cloridrato [ Tarceva ] ( 150 mg/die, n=397 ).
Gli esiti principali erano la sopravvivenza generale, la sopravvivenza libera da progressione, le mutazioni del gene ERBB complessive e singole, le alterazioni del numero di copie ERBB e l'espressione di EGFR.
I campioni di tumore di 245 pazienti erano idonei per il sequenziamento di nuova generazione ( sottogruppo TGA: 132 pazienti trattati con Afatinib, 113 pazienti trattati con Erlotinib ).
In questa popolazione, i risultati sono migliorati con il trattamento con Afatinib versus Erlotinib ( PFS: mediana, 3.5 vs 2.5 mesi; hazard ratio, HR, 0.69, P=0.01; OS: mediana, 8.4 vs 6.6 mesi; HR, 0.81; P=0.12 ).
Su 245 pazienti nel sottogruppo TGA, 53 ( 21.6% ) avevano tumori con una o più mutazioni ERBB.
Tra i pazienti trattati con Afatinib, la sopravvivenza libera da progressione ( mediana, 4.9 vs 3.0 mesi, HR, 0.62, P=0.06 ) e la sopravvivenza generale ( mediana, 10.6 vs 8.1 mesi, HR, 0.75, P=0.21 ) sono risultate più lunghe tra i pazienti con malattia positiva alle mutazioni di ERBB rispetto a quelli senza.
La presenza di mutazioni HER2 è risultata associata a sopravvivenza libera da progressione e sopravvivenza generale favorevoli dopo trattamento con Afatinib versus Erlotinib.
Non vi è stata alcuna associazione apparente tra alterazione del numero di copie o livello di espressione di EGFR ed esito.
In conclusione, il sequenziamento di nuova generazione può aiutare a identificare i pazienti con carcinoma a cellule squamose che traggono ulteriori benefici dal trattamento con Afatinib.
Il ruolo delle mutazioni di ERBB, in particolare le mutazioni di HER2, come biomarcatori predittivi per il trattamento con Afatinib in questo contesto richiede una ulteriore valutazione. ( Xagena2018 )
Goss GD et al, JAMA Oncol 2018; 4: 1189-1197
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