Paclitaxel e Carboplatino settimanale versus ogni 3 settimane per il cancro ovarico


Un programma settimanale ad alta intensità di Paclitaxel ( con conseguente maggiore frequenza di somministrazione di farmaci ) più Carboplatino ogni 3 settimane o l'aggiunta di Bevacizumab ( Avastin ) a Paclitaxel e Carboplatino somministrato ogni 3 settimane ha dimostrato efficacia nel carcinoma ovarico.

E’ stato valutato se il trattamento con Paclitaxel e Carboplatino settimanale ad alta intensità riesca a prolungare la sopravvivenza libera da progressione rispetto a Paclitaxel e Carboplatino somministrato ogni 3 settimane tra le pazienti in trattamento con l’anticorpo monoclonale Bevacizumab e quelle senza Bevacizumab.

Le pazienti sono state prospetticamente stratificate in base all’assunzione di Bevacizumab e poi assegnate in modo casuale a ricevere Paclitaxel somministrato per via endovenosa al dosaggio di 175 mg per mq di superficie corporea ogni 3 settimane, più Carboplatino ( dose equivalente a un’area sotto la curva AUC di 6 ) per 6 cicli o Paclitaxel, somministrato settimanalmente alla dose di 80 mg per mq, più Carboplatino ( AUC, 6 ) per 6 cicli.

L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione.

Sono state arruolate in totale 692 pazienti, l’84% delle quali ha optato per ricevere Bevacizumab.

Nell'analisi intention-to-treat, Paclitaxel settimanale non è risultato associato a più lunga sopravvivenza libera da progressione rispetto a Paclitaxel somministrato ogni 3 settimane ( rispettivamente 14.7 mesi e 14.0 mesi; hazard ratio per la progressione della malattia o morte, HR=0.89; P=0.18 ).

Tra le pazienti che non hanno ricevuto Bevacizumab, Paclitaxel settimanale è stato associato con una sopravvivenza libera da progressione più lunga di 3.9 mesi rispetto a quella osservata con Paclitaxel somministrato ogni 3 settimane ( 14.2 vs 10.3 mesi; HR=0.62; P=0.03 ).

Tuttavia, tra le pazienti che hanno ricevuto Bevacizumab, Paclitaxel settimanale non ha prolungato in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione, rispetto a Paclitaxel somministrato ogni 3 settimane ( 14.9 mesi e 14.7 mesi, rispettivamente; HR=0.99; P=0.60 ).

Un test per interazione che ha valutato l'omogeneità dell'effetto del trattamento ha mostrato una differenza significativa tra il trattamento con Bevacizumab e senza Bevacizumab ( P=0.047 ).

Le pazienti che hanno ricevuto Paclitaxel settimanale hanno avuto un più alto tasso di anemia di grado 3 o 4 rispetto a quelli che hanno ricevuto Paclitaxel ogni 3 settimane ( 36% vs 16% ), così come un più alto tasso di neuropatia sensoriale di grado 2-4 ( 26% vs 18% ); tuttavia, hanno avuto un tasso inferiore di neutropenia di grado 3 o 4 ( 72% vs 83% ).

In conclusione, nel complesso, Paclitaxel settimanale, rispetto a Paclitaxel somministrato ogni 3 settimane, non ha prolungato la sopravvivenza libera da progressione nelle pazienti con tumore all’ovaio. ( Xagena2016 )

Chan JK et al, N Engl J Med 2016; 374: 738-748

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