Utilità dei biomarcatori nella previsione dell’esito oncologico dopo cistectomia radicale per carcinoma a cellule squamose
È stata valutata l'associazione di più biomarcatori con gli esiti clinici nei pazienti trattati con cistectomia radicale per carcinoma a cellule squamose della vescica per identificare il miglior panel prognostico di marcatori.
È stata eseguita l'immunoistochimica per 14 biomarcatori su sezioni di tessuto di 151 campioni di cistectomia radicale con carcinoma a cellule squamose.
Sono state valutate le alterazioni dei biomarker, le caratteristiche patologiche e i risultati oncologici.
È stato determinato il panel di biomarcatori che meglio ha predetto il risultato oncologico.
I risultati sono stati stratificati secondo un punteggio prognostico in base al numero di biomarcatori alterati.
Lo studio ha incluso 151 pazienti.
Lo stadio patologico era T2 nel 50%, T3 nel 38%, T1 nel 6% e T4 nel 6% dei pazienti.
Il follow-up mediano è stato di 63.2 mesi.
Il miglior panel prognostico di marcatori ha incluso COX-2, FGF-2, p53, Bax e EGFR.
All'analisi multivariata di regressione di Cox un punteggio prognostico basato sulle alterazioni dei marcatori era un predittore indipendente di rischio intermedio ed alto di recidiva della malattia ( hazard ratio, HR=3.2, P=0.008 e HR=15.5, P minore o uguale a 0.001 ) e mortalità specifica per tumore della vescica ( HR=5.2, P=0.009 e HR=19.4, P minore o uguale a 0.001 rispettivamente ).
Un modello prognostico multivariato che incorpora il punteggio prognostico ha dimostrato prestazioni significativamente migliori nel prevedere l'esito rispetto ai soli parametri clinico-patologici ( 0.78 vs 0.64 ).
In conclusione, i biomarcatori hanno un significativo potenziale per prevedere l'esito della cistectomia radicale per il carcinoma a cellule squamose.
Un aumento del numero di marcatori alterati può identificare i pazienti ad alto rischio che potrebbero trarre beneficio da approcci di trattamento multimodali. ( Xagena2015 )
Youssef RF et al, J Urology 2015; 193: 451-456
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