Pembrolizumab perioperatorio per il carcinoma polmonare non-a-piccole cellule in stadio iniziale
Tra i pazienti con carcinoma al polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) resecabile in stadio iniziale, un approccio perioperatorio che includa l’inibizione del checkpoint immunitario sia in ambiente neoadiuvante che in quello adiuvante può fornire benefici che superano entrambi gli approcci presi singolarmente.
È stato condotto uno studio randomizzato, in doppio cieco, di fase 3 per valutare Pembrolizumab ( Keytruda ) perioperatorio nei pazienti con tumore polmonare non-a-piccole cellule in stadio iniziale.
I partecipanti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule resecabile in stadio II, IIIA o IIIB ( stadio N2 ) sono stati assegnati a ricevere Pembrolizumab nel setting neoadiuvante 200 mg oppure placebo una volta ogni 3 settimane, ciascuno dei quali è stato somministrato con chemioterapia a base di Cisplatino per 4 cicli, seguiti da intervento chirurgico e Pembrolizumab adiuvante 200 mg o placebo una volta ogni 3 settimane per un massimo di 13 cicli.
Il duplice endpoint primario era la sopravvivenza libera da eventi ( tempo dalla randomizzazione al primo verificarsi di progressione locale che precludeva l'intervento chirurgico pianificato, tumore non resecabile, progressione o recidiva o morte ) e la sopravvivenza globale.
Gli endpoint secondari includevano la risposta patologica maggiore, la risposta patologica completa e la sicurezza.
In totale 397 partecipanti sono stati assegnati al gruppo Pembrolizumab e 400 al gruppo placebo.
Alla prima analisi ad interim prespecificata, il follow-up mediano è stato di 25.2 mesi.
La sopravvivenza libera da eventi a 24 mesi è stata del 62.4% nel gruppo Pembrolizumab e del 40.6% nel gruppo placebo ( hazard ratio per progressione, recidiva o morte, HR=0.58; P minore di 0.001 ).
La sopravvivenza globale stimata a 24 mesi è stata dell’80.9% nel gruppo Pembrolizumab e del 77.6% nel gruppo placebo ( P=0.02, che non soddisfaceva il criterio di significatività ).
Una risposta patologica maggiore si è verificata nel 30.2% dei partecipanti nel gruppo Pembrolizumab e nell'11.0% di quelli nel gruppo placebo ( differenza, 19.2 punti percentuali; P minore di 0.0001; soglia, P=0.0001 ) e una risposta patologica completa si è verificata rispettivamente nel 18.1% e nel 4.0% ( differenza, 14.2 punti percentuali; P minore di 0.0001; soglia, P=0.0001 ).
In tutte le fasi di trattamento, il 44.9% dei partecipanti nel gruppo Pembrolizumab e il 37.3% di quelli nel gruppo placebo hanno manifestato eventi avversi correlati al trattamento di grado 3 o superiore, inclusi rispettivamente l’1.0% e lo 0.8% di eventi di grado 5.
Tra i pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule resecabile in stadio iniziale, Pembrolizumab neoadiuvante più chemioterapia seguita da resezione e Pembrolizumab adiuvante hanno migliorato significativamente la sopravvivenza libera da eventi, la risposta patologica maggiore e la risposta patologica completa rispetto alla sola chemioterapia neoadiuvante seguita da intervento chirurgico. La sopravvivenza globale non differiva significativamente tra i gruppi in questa analisi. ( Xagena2023 )
Wakelee H et al, N Engl J Med 2023; 389: 491-503
Pneumo2023 Onco2023 Farma2023
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