Cetuximab in monoterapia di prima linea in pazienti con carcinoma a cellule squamose della pelle non-resecabile


Uno studio ha valutato l’efficacia e la sicurezza di Cetuximab ( Erbitux ), un anticorpo monoclonale che inibisce il recettore del fattore di crescita dell’epidermide ( EGFR ), come monoterapia di prima linea in pazienti con carcinoma, non-resecabile, a cellule squamose della cute.

Nello studio, 36 pazienti hanno ricevuto Cetuximab ( dose iniziale di 400 mg/m2, seguita da successive dosi settimanali di 250 mg/m2 ) per almeno 6 settimane con un follow-up di 48 settimane.

L’endpoint primario era il tasso di controllo della malattia a 6 settimane ( in base ai criteri RECIST [ Response Evaluation Criteria in Solid Tumors ] ).
Gli endpoint secondari includevano il migliore tasso di risposta, la sopravvivenza generale, la sopravvivenza libera da progressione e la tossicità.

È stata valutata anche l’associazione tra l’efficacia del trattamento con mutazioni in RAS o genotipi FcγR.

L’età mediana della popolazione dello studio era di 79 anni.

Il tasso di controllo della malattia a 6 settimane è stato ottenuto da 25 pazienti su 36 ( 69% ) della popolazione per intention-to-treat.

Le migliori risposte sono state: 8 risposte parziali e 2 risposte complete.

Non si sono verificati decessi legati a Cetuximab.

Sono stati osservati 3 eventi avversi gravi correlati al trattamento: 2 reazioni al sito di infusione di grado 4 e 1 pneumopatia interstiziale di grado 3.

Rash simili all’acne di grado da 1 a 2 si sono manifestati nel 78% dei pazienti e sono risultati associati a una maggiore sopravvivenza libera da progressione.

È stata identificata una mutazione in HRAS.

Polimorfismi combinati FcγRIIa-131H/H e/o FcγRIIIa-158V/V non sono risultati associati agli esiti clinici.

In conclusione, come trattamento di prima linea in pazienti con carcinoma a cellule squamose della pelle, non-resecabile, Cetuximab ha raggiunto un tasso di controllo della malattia del 69%.
La bassa frequenza di mutazioni in RAS nel carcinoma a cellule squamose della cute rende questi tumori interessanti dal punto di vista dell’inibizione di EGFR. ( Xagena2011 )

Maubec E et al, J Clin Oncol 2011; 29: 3419-3426


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