Colangiocarcinoma intraepatico: fattori prognostici e valutazione dei linfonodi


È stato elaborato uno studio per identificare i fattori associati con gli esiti dopo il trattamento chirurgico del colangiocarcinoma intraepatico e per esaminare l'impatto a livello di linfonodi nella valutazione della sopravvivenza.

Da un database internazionale sono stati identificati 449 pazienti sottoposti a chirurgia per colangiocarcinoma intraepatico tra il 1973 e il 2010.

Le dimensioni medie del tumore erano di 6.5 cm.
La maggior parte dei pazienti presentava un tumore singolo ( 73% ) e nessuna invasione vascolare ( 69% ).
La sopravvivenza mediana è stata di 27 mesi e la sopravvivenza a 5 anni è stata del 31%.

Fattori associati ad una prognosi sfavorevole comprendevano status dei margini positivo ( hazard ratio, HR=2.20; P inferiore a 0.001 ), lesioni multiple ( HR=1.80; P=0.001 ) e invasione vascolare ( HR=1.59; P=0.015 ).
Le dimensioni del tumore non hanno rappresentato un fattore prognostico ( HR=1.03; P=0.23 ).

I pazienti sono stati stratificati secondo le categorie T1, T2a e T2b dell'American Joint Committee on Cancer / International Union Against Cancer ( settima edizione ) ( P inferiore a 0.001 ).

La linfoadenectomia è stata eseguita in 248 pazienti ( 55% ); 74 di questi ( 30% ) avevano metastasi ai linfonodi.
Le metastasi linfonodali sono state associate a esiti peggiori ( sopravvivenza mediana: N0, 30 mesi contro N1, 24 mesi, P=0.03 ).

Sebbene i pazienti senza metastasi linfonodali siano stati stratificati in base al numero di tumori e all'invasione vascolare ( N0; P inferiore a 0.001 ), tra i pazienti con malattia N1, i tumori multipli e l’invasione vascolare, da soli o insieme, non sono riusciti a discriminare i pazienti in gruppi di prognosi discreta ( P=0.34 ).

In conclusione, anche se le dimensioni del tumore non forniscono informazioni prognostiche, il numero di masse tumorali, l'invasione vascolare e le metastasi ai linfonodi sono state associate con la sopravvivenza.
Lo status N1 ha influenzato negativamente la sopravvivenza globale e anche l'effetto relativo del numero di masse tumorali e l'invasione vascolare sulla prognosi.
La linfoadenectomia dovrebbe essere presa in considerazione per il colangiocarcinoma intraepatico, poiché più del 30% dei pazienti potrebbe avere metastasi ai linfonodi. ( Xagena2011 )

de Jong MC et al, J Clin Oncol 2011; 29: 3140-3145



Onco2011 Gastro2011 Chiru2011



Indietro

Altri articoli

Cemiplimab ( Libtayo ) è approvato per il trattamento del carcinoma cutaneo a cellule squamose ( CSCC ) localmente avanzato...


La chemioradioterapia standard a scopo curativo per il carcinoma orofaringeo correlato al papillomavirus umano ( HPV ) determina una tossicità...



Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...


Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale umanizzato impiegato nel trattamento di diversi tipi di neoplasia. Si lega al...


La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab 3 mg/kg come agente singolo per il trattamento del tumore al polmone non-a-piccole cellule...


La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg come agente singolo per il trattamento del tumore del...


La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg come agente singolo per il trattamento del carcinoma a...


Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...


Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...