Dubbi sui benefici di Oxaliplatino nel carcinoma del colon in stadio II


L'impiego della chemioterapia adiuvante nei pazienti con cancro del colon in stadio II rimane controverso, per il fatto che molti di questi pazienti hanno una prognosi favorevole dopo intervento chirurgico.
Anche nei casi in cui si opta per la chemioterapia, la scelta dei farmaci da utilizzare è tema di dibattito.

Oxaliplatino ( Eloxatin ) fa parte assieme a Fluorouracile e Leucovorina del regime FOLFOX.

L'Oxaliplatino è stato aggiunto a questo regime dopo che i risultati preliminari di alcuni studi clinici randomizzati avevano mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da malattia.

Tuttavia, dati successivi non hanno confermato il miglioramento della sopravvivenza generale; l'aggiunta di Oxaliplatino non ha prodotto benefici riguardo alla sopravvivenza generale.

L’analisi di Christophe Tournigand del Hôpital Saint-Antoine a Parigi ( Francia ), si è incentrata su un sottogruppo di pazienti che avevano preso parte allo studio MOSAIC ( Multicenter International Study of Oxaliplatin / Fluorouracil / Leucovorin in the Adjuvant Treatment of Colon Cancer ).

E’ stato osservato che l'aggiunta di Oxaliplatino a Fluorouracile e Leucovorina non migliora in modo significativo la sopravvivenza generale nei pazienti con carcinoma del colon in stadio II o nei pazienti anziani ( 70-75 anni ).

Inoltre, è stato evidenziato che il ricorso alla chemioterapia adiuvante, anche senza Oxaliplatino, nella malattia tumorale in stadio II, non è ben definita.

Nell’editoriale, che accompagna lo studio, Robert Mayer del Dana-Farber Cancer Center di Boston ( Stati Uniti ), ripropone il tema dell’opportunità di trattare questi pazienti che presentano prognosi estremamente favorevole.
Viene anche messa in discussione l’aggiunta di Oxaliplatino alla chemioterapia adiuvante nei pazienti con un tumore in stadio III ( malattia non-metastatica e linfonodi positivi ).

Diversi dati, anche dallo studio MOSAIC, hanno mostrato un miglioramento assoluto relativamente modesto ( 3-5% ) in termini di sopravvivenza generale nei pazienti in stadio III, con l'aggiunta di Oxaliplatino alla chemioterapia adiuvante ( sia nel regime FOLFOX sia in quello FLOX [ Oxaliplatino con un bolo settimanale di Fluorouracile e Leucovorina ] ).

Oxaliplatino presenta effetti tossici, come la neurotossicità sintomatica, che è stata riscontrata nel 10-15% dei pazienti più di 2 anni dopo il completamento del trattamento nello studio MOSAIC e nello studio C-07.

I ricercatori guidati da Tournigand non hanno trovato alcun significativo vantaggio del regime FOLFOX, rispetto a Fluorouracile più Leucovorina, in 330 pazienti con malattia in stadio II a rischio standard ( hazard ratio [HR] di sopravvivenza libera da malattia a 5 anni 1.36, P=0.305; HR di sopravvivenza generale a 6 anni 1.36, P=0.399 ) e nei 569 pazienti con malattia in stadio II ad alto rischio ( HR di sopravvivenza libera da malattia a 5 anni 0.72, P=0.062; HR di sopravvivenza generale a 6 anni 0.91, P=0.648 ).

La malattia era definita ad alto rischio se presentava almeno una delle seguenti caratteristiche: stadiazione T4, perforazione del tumore, occlusione intestinale, tumore scarsamente differenziato, invasione venosa, e meno di 10 linfonodi esaminati.

Per il gruppo ad alto rischio, la differenza assoluta nella sopravvivenza generale a 6 anni tra il regime FOLFOX e il regime a base solamente di Fluorouracile e Leucovorina, è risultata essere pari all’1.7% ( 85.0% vs 83.3% ).

L'aggiunta di Oxaliplatino non ha migliorato la sopravvivenza libera da malattia o la sopravvivenza generale nei pazienti di età compresa tra 70 e 75 anni con malattia tumorale in stadio II o III. ( Xagena2012 )

Fonte: Journal of Clinical Oncology, 2012


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