Defibrotide per la profilassi di malattia veno-occlusiva epatica nel trapianto pediatrico di cellule staminali emopoietiche


La malattia veno-occlusiva epatica è una delle principali cause di morbilità e mortalità dopo trapianto di cellule staminali emopoietiche.

Uno studio ha valutato se Defibrotide possa ridurre l’incidenza di malattia veno-occlusiva in questo contesto.

Nello studio di fase 3, in aperto, randomizzato e controllato, sono stati arruolati pazienti di 28 ospedali universitari europei o centri medici accademici.

I pazienti idonei all’arruolamento dovevano avere meno di 18 anni, essere stati sottoposti a condizionamento mieloablativo prima di trapianto di cellule staminali emopoietiche allogenico o autologo e avere uno o più fattori di rischio per la malattia veno-occlusiva sulla base dei criteri di Seattle modificati.

I pazienti eleggibili sono stati assegnati in un rapporto 1:1 e con stratificazione per Centro e presenza di osteopetrosi, a ricevere profilassi intravenosa con Defibrotide ( gruppo trattamento ) oppure no ( gruppo controllo ).

L’endpoint primario era l’incidenza di malattia veno-occlusiva a 30 giorni dopo il trapianto di cellule staminali emopoietiche, stabilita da un Comitato di revisione indipendente in cieco, nei pazienti eleggibili che avevano acconsentito alla randomizzazione ( popolazione per intention-to-treat ) ed è stato valutato con un approccio di rischio competitivo.

I pazienti nei 2 gruppi che avevano sviluppato malattia veno-occlusiva hanno ricevuto il trattamento con Defibrotide.

Sono stati valutati gli eventi avversi a 180 giorni dopo il trapianto di cellule staminali emopoietiche in tutti i pazienti che avevano ricevuto la profilassi assegnata loro.

Nel periodo 2006-2009, sono stati arruolati 356 pazienti eleggibili nella popolazione per intention-to-treat.

In totale, 22 ( 12% ) dei 180 pazienti assegnati in maniera casuale al gruppo Defibrotide hanno sviluppato malattia veno-occlusiva a 30 giorni dopo il trapianto di cellule staminali emopoietiche rispetto a 35 ( 20% ) dei 176 controlli ( differenza di rischio -7.7%; Z test per analisi dei rischi competitivi p=0.0488; log-rank test p=0.0507 ).

Nello studio, 154 ( 87% ) dei 177 pazienti nel gruppo Defibrotide hanno avuto eventi avversi entro il giorno 180 rispetto a 155 ( 88% ) dei 176 controlli.

In conclusione, la profilassi con Defibrotide sembra ridurre l’incidenza di malattia veno-occlusiva ed è ben tollerata.
Pertanto, questa profilassi potrebbe rappresentare un’utile opzione clinica per questa complicanza grave del trapianto di cellule staminali emopoietiche. ( Xagena2012 )

Corbacioglu S et al, Lancet 2012; 379: 1301-1309


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