Terapia con cellule staminali in cardiologia
La terapia con cellule staminali per riparare il cuore danneggiato è ancora in fase iniziale. Ci sono molte questioni aperte, tra queste: tipo di cellule staminali da impiegare; preparazione delle cellule; modalità di somministrazione; momento di somministrazione; utilizzo di cellule del paziente o di donatori giovani e sani.
Studio SCIPIO
Nello studio SCIPIO ( Study of Cardiac Stem Cells Infusion in Patients with Ischemic CardiOmyopathy ) è stato trovato che i 12 pazienti trattati, seguiti per 2 anni, presentavano un miglioramento sostenuto della frazione di eiezione globale, l'endpoint primario, e della frazione di eiezione regionale, accompagnati da significativi cambiamenti nella classe funzionale NYHA e nella qualità di vita, rispetto ai controlli.
I pazienti trattati hanno anche mostrato miglioramenti nel movimento globale della parete cardiaca, nella dimensione della cicatrice infartuale, e nei tessuti vitali.
Nello studio SCIPIO è stata infusa una popolazione altamente purificata di cellule staminali autologhe di orgine cardiaca c-kit-positive; i telomeri delle cellule staminali erano lunghe, in modo da aumentare la capacità di replicazione cellulare.
Studio SWISS-AMI
Nello studio SWISS-AMI ( Swiss Multicenter Intracoronary Stem Cells Study in Acute Myocardial Infarction ) le cellule staminali sono state infuse in due momenti diversi.
A 192 pazienti con disfunzione del ventricolo sinistro dopo infarto miocardico acuto sono state somministrate cellule staminali mononucleate autologhe di midollo osseo.
Non sono state trovate differenze significative tra i controlli e i pazienti, che hanno ricevuto l'infusione intracoronarica a 5-7 giorni oppure a 3-4 settimane, riguardo all’endpoint primario di variazione della frazione di eiezione ventricolare sinistra globale, rispetto al basale.
Non sono state riscontrate differenze neppure tra gli endpoint secondari.
Studio ALCADIA
Nello studio ALCADIA ( Autologous Human Cardiac-derived Stem Cell To Treat Ischemic Cardiomyopathy ), è stata valutata una strategia volta ad aumentare la sopravvivenza delle cellule staminali trapiantate, che hanno difficoltà a sopravvivere in un ambiente ospite come un cuore danneggiato.
Sono state prelevate cellule staminali dal cuore di 6 pazienti affetti da cardiomiopatia ischemica.
Il trapianto è stato effettuato con il rilascio controllato del fattore di crescita dei fibroblasti ( bFGF ).
I risultati provvisori al primo anno hanno mostrato la sicurezza del trattamento; è stato anche osservato un significativo miglioramento della frazione di eiezione del ventricolo sinistro a 24 settimane, e una riduzione dei sintomi di insufficienza cardiaca, e una migliore capacità di esercizio.
E’ emerso che un trend verso la riduzione della cicatrice infartuale. ( Xagena2012 )
Fonte: American Heart Association ( AHA ) Meeting, 2012
Cardio2012 Farma2012
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