Onartuzumab più Bevacizumab versus placebo più Bevacizumab per recidiva di glioblastoma: sicurezza, efficacia e analisi dei biomarcatori HGF e MGMT
I regimi con Bevacizumab ( Avastin ), un anticorpo anti-VEGF, sono approvati per il trattamento del glioblastoma ricorrente in molti Paesi.
L’espressione aberrante del fattore di transizione epitelio-mesenchimale ( MET ) è stata riportata nel glioblastoma e può contribuire alla resistenza a Bevacizumab.
Lo studio di fase II GO27819 ha studiato l’inibitore MET monovalente Onartuzumab più Bevacizumab, ( Ona + Bev ) rispetto a placebo più Bevacizumab ( Pla + Bev ) nel glioblastoma ricorrente.
Alla prima recidiva dopo chemioradioterapia, i pazienti naive a Bevacizumab con glioblastoma sono stati randomizzati a ricevere Onartuzumab ( 15 mg/kg, una volta ogni 3 settimane ) + Bevacizumab ( 15 mg/kg, una volta ogni 3 settimane ) oppure Placebo + Bevacizumab fino a progressione della malattia.
L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione in base alla valutazione della risposta nei criteri neuro-oncologici.
Gli endpoint secondari erano rappresentati da sopravvivenza generale, tasso di risposta obiettiva, durata della risposta e sicurezza.
Analisi di biomarker hanno correlato l’efficacia con i livelli di espressione del ligando di MET, il fattore di crescita degli epatociti ( HGF ), metilazione del promotore di O6-metilguanina-DNA metiltransferasi ( MGMT ), e sottotipo del glioblastoma.
Tra i 129 pazienti arruolati ( Onartuzumab + Bevacizumab, n=64; Placebo + Bevacizumab, n=65 ) le caratteristiche basali erano equilibrate.
La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 3.9 mesi per Onartuzumab + Bevacizumab rispetto a 2.9 mesi per Placebo + Bevacizumab ( hazard ratio, HR=1.06; P=0.7444 ).
La sopravvivenza globale mediana è stata di 8.8 mesi per Onartuzumab + Bevacizumab e 12.6 mesi per Placebo + Bevacizumab ( HR=1.45; P=0.1389 ).
Eventi avversi di grado 3 o superiore sono stati riportati nel 38.5% dei pazienti che hanno ricevuto Onartuzumab + Bevacizumab e 35.9% dei pazienti che hanno ricevuto Placebo + Bevacizumab.
L’analisi esplorativa dei biomarcatori ha suggerito che i pazienti con elevata espressione di HGF o MGMT non-metilata possono beneficiare di Onartuzumab + Bevacizumab.
In conclusione, non c'è stata evidenza di un ulteriore beneficio clinico con l'aggiunta di Bevacizumab a Onartuzumab rispetto a Bevacizumab più placebo nei pazienti non-selezionati con glioblastoma ricorrente in questo studio di fase II; tuttavia, sono necessarie ulteriori indagini in sottogruppi di biomarcatori. ( Xagena2017 )
Cloughesy T et al, J Clin Oncol 2017; 35: 343-351
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