L'aggiunta dell'inibitore PARP Veliparib più Carboplatino o di Carboplatino da solo alla chemioterapia neoadiuvante standard nel tumore alla mammella triplo negativo: studio BrighTNess
Sebbene diversi studi randomizzati in pazienti con carcinoma mammario triplo negativo abbiano dimostrato che l'aggiunta di Carboplatino, con o senza inibitori poli(ADP-ribosio) polimerasi ( PARP ), alla chemioterapia neoadiuvante aumenti la probabilità di ottenere una risposta patologica completa, l'uso di queste terapie in questo contesto è rimasto controverso.
Lo studio BrighTNess è stato progettato per valutare l'aggiunta dell'inibitore PARP Veliparib più Carboplatino oppure Carboplatino da solo alla chemioterapia neoadiuvante standard nel tumore mammario triplo negativo.
È stato condotto uno studio di fase 3, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo ( BrighTNess ) in 145 Centri in 15 Paesi.
I pazienti di età pari o superiore a 18 anni con cancro mammario triplo negativo di stadio II-III clinicamente confermato o confermato istologicamente o citologicamente, che erano candidati per un intervento chirurgico potenzialmente curativo e avevano unperformance status ECOG di 0 o 1 sono stati assegnati in modo casuale a ricevere uno di tre regimi: Paclitaxel ( 80 mg/m2 per via endovenosa settimanale per 12 dosi ) più Carboplatino ( area sotto la curva 6 mg/ml al minuto, per via endovenosa ogni 3 settimane, per 4 cicli ) più Veliparib ( 50 mg per via orale, due volte al giorno ); Paclitaxel più Carboplatino più Veliparib placebo ( due volte al giorno ); o Paclitaxel più Carboplatino placebo ( ogni 3 settimane per 4 cicli ) più Veliparib placebo.
Dopo il segmento 1, tutti i pazienti sono stati assegnati al segmento 2 in cui hanno ricevuto Doxorubicina e Ciclofosfamide ogni 2-3 settimane per 4 cicli.
La randomizzazione per il segmento 1 è stata stratificata in base allo stato di mutazione BRCA germinale, stadio linfonodale e schema pianificato di somministrazione di Doxorubicina e Ciclofosfamide.
L'endpoint primario era la risposta patologica completa mammaria e nei linfonodi determinata dopo il completamento della terapia neoadiuvante.
Tra il 2014 e il 2016, sono stati assegnati casualmente 634 pazienti: 316 a Paclitaxel più Carboplatino più Veliparib, 160 a Paclitaxel più Carboplatino e 158 a Paclitaxel da solo.
La proporzione di pazienti che hanno raggiunto una risposta completa patologica è stata maggiore nel gruppo Paclitaxel, Carboplatino e Veliparib rispetto ai pazienti trattati con Paclitaxel da solo ( 168 su 316 pazienti, 53%, vs 49 su 158, 31%, P minore di 0.0001 ), ma non rispetto ai pazienti trattati con Paclitaxel più Carboplatino ( 92 su 160 pazienti, 58%, P=0.36 ).
Le tossicità di grado 3 o 4 e gli eventi avversi gravi sono stati più comuni nei pazienti trattati con Carboplatino, mentre Veliparib non ha aumentato sostanzialmente la tossicità.
I più comuni eventi di grado 3 o 4 in generale sono stati neutropenia ( 352 su 628 pazienti, 56% ), anemia ( 180, 29% ) e trombocitopenia ( 75, 12% ) nel trattamento completo e neutropenia febbrile ( 88 su 601 pazienti, 15% ) durante il segmento 2.
Gli eventi avversi gravi più comuni sono stati neutropenia febbrile ( 80 su 628 pazienti, 13% ) e anemia ( 20, 3% ).
Sebbene l'aggiunta di Veliparib e Carboplatino a Paclitaxel seguita da Doxorubicina e Ciclofosfamide abbia migliorato la percentuale di pazienti con carcinoma mammario triplo negativo che hanno raggiunto una risposta patologica completa, l'aggiunta di Veliparib a Carboplatino e Paclitaxel non lo ha fatto.
L’aumento della tossicità con l'aggiunta di Carboplatino ( con o senza Veliparib ) a Paclitaxel è stato gestibile e non ha sostanzialmente influenzato l'erogazione del trattamento di Paclitaxel seguito da Doxorubicina e Ciclofosfamide.
Dati i risultati coerenti con studi precedenti, l'aggiunta di Carboplatino sembra avere un rischio favorevole per il profilo di beneficio e potrebbe essere considerata come un potenziale componente della chemioterapia neoadiuvante per i pazienti con tumore mammario triplo negativo ad alto rischio. ( Xagena2018 )
Loibl S et al, Lancet Oncol 2018; 19: 497-509
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