Carcinoma a cellule renali avanzato o metastatico non-trattati in precedenza: la combinazione Nivolumab e Ipilimumab ha aumentato la sopravvivenza libera da trattamento


Sono stati presentati i risultati di una nuova analisi dello studio di fase 3 CheckMate-214, che hanno dimostrato che nei pazienti con carcinoma a cellule renali ( RCC ) avanzato o metastatico, precedentemente non-trattati, la combinazione di Nivolumab ( Opdivo ) e Ipilimumab ( Yervoy ) è associata a una sopravvivenza libera da trattamento significativamente più lunga.

Con un follow-up minimo di 30 mesi, il 36% dei pazienti trattati con la combinazione Nivolumab più Ipilimumab è ancora vivo e non necessita di una terapia successiva, rispetto al 16% dei pazienti a cui è stato somministrato Sunitinib ( Sutent ).

Dopo 2 anni, tra coloro che hanno interrotto la terapia, è libero da trattamento il 19% dei pazienti del gruppo di combinazione rispetto al 6% dei pazienti in terapia con Sunitinib.

I risultati dell'analisi del CheckMate-214 forniscono importanti informazioni sulla potenziale possibilità di ottenere un beneficio clinico duraturo con la combinazione di Nivolumab e Ipilimumab nei pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato.

La sopravvivenza libera da trattamento è risultata significativamente più lunga con la combinazione di Nivolumab e Ipilimumab rispetto a Sunitinib indipendentemente dalla migliore risposta ottenuta ( P inferiore a 0.0001 ).

Due anni dopo l’interruzione, tra i pazienti che avevano ottenuto una risposta completa o parziale, il 42% dei pazienti trattati con la combinazione è rimasto libero dal trattamento contro il 12% di quelli in terapia con Sunitinib.

Dopo lo stesso tempo di interruzione, tra i pazienti che avevano ottenuto una stabilizzazione di malattia, il 12% di coloro che avevano ricevuto la combinazione e il 6% di quelli che avevano ricevuto Sunitinib non ha richiesto ulteriore trattamento.

Analogamente, il beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione della combinazione Nivolumab più Ipilimumab versus Sunitinib è stato osservato anche attraverso i sottogruppi di PD-L1.
Nei pazienti con PD-L1 superiore o uguale a 1%, il 27% dei pazienti nel braccio di trattamento di combinazione Nivolumab più Ipilimumab è rimasto libero dal trattamento a 2 anni dall‘interruzione, rispetto all’8% dei pazienti nel braccio di trattamento con Sunitinib ( P = 0.0002 ).
Nei pazienti con PD-L1 inferiore a 1%, il 18% dei pazienti nel braccio di trattamento di combinazione Nivolumab più Ipilimumab è rimasto libero dal trattamento due anni dopo l’interruzione, rispetto al 5% dei pazienti nel braccio di trattamento con Sunitinib ( P inferiore a 0.0001 ).

CheckMate -214 è uno studio che ha confrontato la combinazione di Nivolumab e Ipilimumab rispetto a Sunitinib nei pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato o metastatico, non-trattati in precedenza.
I pazienti del gruppo di combinazione hanno ricevuto Nivolumab 3 mg/kg più Ipilimumab 1 mg/kg ogni tre settimane per quattro dosi seguite da Nivolumab 3 mg/kg ogni due settimane.
I pazienti del braccio di confronto hanno ricevuto Sunitinib 50 mg una volta al giorno per quattro settimane, seguite da due settimane di riposo e successiva ripresa del trattamento.
I pazienti sono stati trattati fino alla comparsa di progressione o tossicità inaccettabile.

Gli endpoint primari dello studio sono la sopravvivenza globale ( OS ), la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) e il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) in una popolazione di pazienti a rischio intermedio o sfavorevole ( circa il 75% dei pazienti ). La sicurezza è un endpoint secondario.

Complessivamente, al momento dell’analisi primaria dello studio, 320 ( 75% ) pazienti del gruppo Nivolumab più Ipilimumab e 359 ( 85% ) pazienti del gruppo Sunitinib avevano interrotto il trattamento, più comunemente a causa della progressione della malattia ( rispettivamente 42% e 58% ) o per eventi avversi correlati alla terapia in studio ( rispettivamente 23% e 11% ).
Nei pazienti che hanno interrotto il trattamento, la sopravvivenza libera da trattamento è stata significativamente più lunga con Nivolumab in combinazione con Ipilimumab rispetto a Sunitinib ( P inferiore a 0.0001 ); 18 mesi dopo l’interruzione del trattamento, il 19% versus 4% dei pazienti è rimasto libero da trattamento, rispettivamente. ( Xagena2018 )

Fonte: European Society of Clinical Oncology - ESMO Congress, 2018

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