La combinazione immunoterapica Nivolumab e Ipilimumab migliora la risposta nel carcinoma a cellule renali avanzato o metastatico


I dati dello studio di fase III CheckMate-214 hanno mostrato che la combinazione di Nivolumab ( Opdivo ) e Ipilimumab ( Yervoy ) ha migliorato il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) e la durata della risposta rispetto a Sunitinib ( Sutent ) nei pazienti con carcinoma renale metastatico, naive al trattamento.

La combinazione dell'inibitore PD-1 Nivolumab e dell'inibitore CTLA-4 Ipilimumab ha raggiunto l'endpoint ORR, rispetto a Sunitinib, al 41.6% versus 26.5%.
La durata mediana della risposta è stata di 18.17 mesi nel gruppo Sunitinib. I pazienti nel braccio combinato non avevano ancora raggiunto la durata mediana di risposta.

La sopravvivenza mediana senza progressione ( PFS ) è stata di 11.56 mesi ( IC 95%, 8.71-15.51 ) per la combinazione rispetto agli 8.38 mesi ( IC 95%, 7.03-10.81 ) per Sunitinib; la differenza non è risultata statisticamente significativa ( hazard ratio, HR=0.82, IC 95%, 0.64-1.05, P = 0.03 ).

Lo studio continuerà come previsto per consentire la maturazione del terzo endpoint, la sopravvivenza globale ( OS ).

Il carcinoma a cellule renali è il tipo più comune di tumore ai reni negli adulti e conta più di 100.000 decessi in tutto il mondo ogni anno.
La malattia è la più diffusa in Europa e nel Nord America e il tasso globale di sopravvivenza a 5 anni è del 12.1%.

CheckMate-214 è uno studio randomizzato, in aperto. Hanno partecipato alla sperimentazione circa 1070 pazienti precedentemente non-trattati con carcinoma a cellule renali in fase avanzata o metastatico, arruolati presso 184 Centri in 28 Paesi.

I pazienti sono stati assegnati a trattamento con Nivolumab 3 mg kg più 1 mg/kg di Ipilimumab ogni 3 settimane per 4 dosi, seguiti da Nivolumab 3 mg/kg ogni 2 settimane oppure 50 mg di Sunitinib una volta al giorno per 4 settimane, seguiti da 2 settimane di riposo.
Entrambi i bracci hanno ricevuto il trattamento fino a progressione o a tossicità inaccettabile.

Gli endpoint primari dello studio erano: sopravvivenza libera da progressione, sopravvivenza globale e tasso di risposta obiettiva in una popolazione di pazienti a medio-basso rischio.

La valutazione della combinazione è giunta alla fase III sulla base dei risultati dello studio di fase I CheckMate-016.

E' stato riscontrato un tasso di sopravvivenza globale a 2 anni del 67.3% per i pazienti assegnati a 3 mg/kg di Nivolumab più 1 mg/kg di Ipilimumab ( n= 7 ) nello studio a tre bracci.

L'efficacia era simile per il gruppo di pazienti assegnati a 1 mg/kg di Nivolumab più 3 mg/kg di Ipilimumab ( n=47 ), ma questo gruppo ha mostrato un tasso più elevato di eventi avversi.

Un terzo braccio di 6 pazienti assegnati a Nivolumab 3 mg/kg e Ipilimumab 3 mg/kg sono stati censurati al momento dell'analisi a causa della progressione o della tossicità limitante la dose.

La metà dei pazienti nello studio ha presentato metastasi che erano progredite durante la precedente terapia.

Non sono stati rilasciati dati di sicurezza di CheckMate-214. In CheckMate-016, 43 pazienti ( 91.5% ) nel gruppo trattato con 3 mg/kg di Nivolumab più 1 mg/kg di Ipilimumab hanno presentato eventi avversi correlati al trattamento di qualsiasi grado, e 18 ( 38.3% ) hanno manifestato reazioni avverse correlate al trattamento di grado 3 o 4.
Gli eventi aversi sono stati gravi in 11 pazienti ( 23.4% ) nel gruppo 3 mg/kg di Nivolumab più 1 mg/kg di Ipilimumab.
Non è stato rilevato alcun evento avverso di grado 5 correlato al trattamento. ( Xagena2017 )

Fonte: ESMO - European Society for Medical Oncology, 2017

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