Ridotti volumi neuroanatomici in sopravvissuti a lungo termine a leucemia linfoblastica acuta in età pediatrica


È stato condotto uno studio per confrontare i volumi cerebrali regionali in adulti sopravvissuti a lungo termine dopo leucemia linfoblastica acuta in età pediatrica e in controlli sani.

Sono stati valutati 130 soggetti sopravvissuti a leucemia linfoblastica acuta pediatrica diagnosticata tra il 1970 e il 2002 con risonanza magnetica e test neuropsicologici a una mediana di 22.5 anni dopo la diagnosi.

Analisi morfometriche che includevano la segmentazione dell’intero cervello sono state effettuate utilizzando una procedura automatizzata validata; 130 adulti sani hanno rappresentato i controlli.

Rispetto ai controlli sani, i sopravvissuti a leucemia linfoblastica acuta hanno mostrato volumi significativamente inferiori di materia grigia corticale, materia bianca cerebrale, amigdala, caudato, ippocampo, talamo e volume intracranico stimato.

L’effetto più forte è stato osservato per il caudato, che in media è risultato del 5.2% più piccolo nei sopravvissuti a leucemia linfoblastica acuta.
I volumi del caudato sono risultati più piccoli anche dopo controllo per volume intracranico, suggerendo un effetto specifico.

Né l’età alla diagnosi, né variabili di trattamento come radioterapia o dose di farmaco hanno avuto un impatto maggiore sui volumi neuroanatomici.

Le valutazioni neuropsicologiche hanno rivelato una ridotta velocità di processamento, di funzione esecutiva e di apprendimento verbale / memoria nei sopravvissuti rispetto ai controlli, ma non sono emerse differenze nelle stime di capacità intellettuale generale.

Nei sopravvissuti a leucemia linfoblastica acuta, ma non nei controlli, i test neuropsicologici sono risultati correlati con i volumi di materia grigia corticale, caudato e talamo così come al volume intracranico.

In conclusione, la risonanza magnetica strutturale di sopravvissuti a lungo termine a leucemia linfoblastica acuta pediatrica ha dimostrato volumi ridotti per diverse strutture cerebrali rispetto a controlli sani.
A causa di possibili bias di selezione, questi risultati devono essere interpretati con cautela.
Sono necessari ulteriori studi per chiarire il significato di tali osservazioni e i meccanismi neurobiologici coinvolti. ( Xagena2013 )

Zeller B et al, J Clin Oncol 2013; 31: 2078-2085

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