Terapia con cellule CAR-T anti-CD19 nella leucemia linfatica acuta
La terapia con cellule T con espressione del recettore dell'antigene chimerico ( CAR )anti-CD19 ha mostrato una notevole attività nei pazienti con leucemia linfatica acuta refrattaria o recidivante.
Sono stati sperimentati vari costrutti di cellule CAR-T anti-CD19 e le risposte variano ampiamente tra i diversi studi.
Sono stati analizzati sistematicamente gli esiti dei pazienti con leucemia linfatica acuta trattati con cellule CAR-T anti-CD19 e sono stati identificati i fattori associati alle differenze negli esiti.
È stata effettuata una revisione sistematica e una meta-analisi di studi clinici pubblicati e non-pubblicati che riportavano dati sugli esiti di pazienti adulti o pediatrici trattati con cellule CAR-T anti-CD19 per leucemia linfatica acuta a cellule B recidivante o refrattaria, segnalati tra il 2012 e il 2020.
Sono stati esclusi gli studi con 2 pazienti o meno e dai rapporti sono stati estratti i dati di sintesi.
L'esito primario era il numero di pazienti che avevano avuto una remissione completa in qualsiasi momento dopo l'infusione di cellule CAR-T anti-CD19.
Da 1.160 studi, sono stati identificati 40 studi potenzialmente appropriati, 35 dei quali ( 88% ) soddisfacevano i criteri di ammissibilità e sono stati inclusi nell'analisi finale ( n=953 pazienti ).
La remissione completa aggregata era dell'80% e l'eterogeneità tra gli studi era moderata ( I2=56.96% ).
Nelle analisi dei sottogruppi prespecificati, 195 pazienti su 263 negli studi sugli adulti ( 75%, I2=35.22% ) e 242 su 346 pazienti negli studi pediatrici ( 81%, I2=54.45% ) hanno raggiunto la remissione completa ( P=0.24 ).
La remissione completa aggregata non è variata in modo significativo con il tipo di costrutto di cellule CAR-T anti-CD19 o con il clone di frammento variabile a catena singola, ma è stata maggiore con l'origine autologa dei linfociti T ( 727 su 901 pazienti, 83%, I2=44.34% ), rispetto all'origine allogenica dei linfociti T ( 29 su 52 pazienti, 55%, I2=62.64%; P=0.018 ).
In tutto 242 pazienti su 854 ( 26% ) hanno sviluppato una sindrome da rilascio di citochine di grado 3 o superiore e 97 su 532 ( 12% ) hanno sviluppato una sindrome da rilascio di citochine di grado 3 o peggiore neurotossicità.
Non c’è stata differenza nella proporzione di pazienti che hanno raggiunto la remissione completa o che avevano la sindrome da rilascio di citochine o neurotossicità tra i diversi costrutti di cellule CAR-T anti-CD19.
Il rischio di bias è stato valutato come basso in 17 studi e moderato in 18 studi.
Gli alti tassi di risposta dopo la terapia con cellule CAR-T anti-CD19 possono essere utilizzati per guidare l'uso della terapia nei pazienti con leucemia linfatica acuta recidivante o refrattaria.
Sono necessari studi di confronto per determinare ulteriormente le differenze di efficacia tra diversi costrutti di cellule CAR-T anti-CD19 nel contesto della leucemia linfatica acuta recidivante o refrattaria. ( Xagena2020 )
Anagnostou T et al, Lancet Haematology 2020; 7: 816-826
Emo2020 Onco2020 Farma2020
Indietro
Altri articoli
Blinatumomab per il trattamento di prima linea di bambini e giovani affetti da leucemia linfoblastica acuta a cellule B
Si è determinato se Blinatumomab ( Blincyto ) sia efficace come alternativa alla chemioterapia intensiva di prima linea con risparmio...
Venetoclax, Umbralisib e Ublituximab con risposta adattata e limitata nel tempo per la leucemia linfatica cronica recidivante / refrattaria
Molti pazienti affetti da leucemia linfatica cronica ( CLL ) svilupperanno resistenza al trattamento agli inibitori della tirosin-chinasi di Bruton...
Enasidenib e aggiunta di Azacitidina adattata al rischio nella leucemia mieloide acuta con mutazione IDH2 di nuova diagnosi
Enasidenib ( Idhifa) è un inibitore dell'isocitrato deidrogenasi 2 ( IDH2 ) approvato per il trattamento dei pazienti con leucemia...
Basso tasso di mortalità non-dovuta a recidiva nei bambini di età inferiore a 4 anni affetti da leucemia linfoblastica acuta sottoposti a condizionamento chemioterapico per trapianto allogenico di cellule staminali: studio FORUM
Il trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ) è altamente efficace nel trattamento della leucemia linfoblastica acuta (...
Terapia a bassa intensità basata su Venetoclax nel fallimento molecolare della leucemia mieloide acuta con mutazione NPM1
L'insufficienza molecolare nella leucemia mieloide acuta ( AML ) con mutazione NPM1 progredisce inevitabilmente fino a una recidiva franca se...
Follow-up a 5 anni di uno studio di fase 2 su Ibrutinib più Fludarabina, Ciclofosfamide e Rituximab come terapia iniziale nella leucemia linfatica cronica
In precedenza sono stati segnalati alti tassi di malattia minima residua non-rilevabile inferiore a 10-4 ( uMRD4 ) con Ibrutinib...
Inaqovi, combinazione orale di Decitabina e di Cedazuridina, per il trattamento degli adulti con leucemia mieloide acuta di nuova diagnosi. La Commissione Europea ha approvato
La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Inaqovi ( Decitabina e Cedazuridina, per via orale ) come monoterapia per...
Pivekimab sunirine, un nuovo anticorpo-farmaco coniugato anti-CD123, nella leucemia mieloide acuta recidivante o refrattaria
Pivekimab sunirine è un coniugato anticorpo-farmaco di prima classe comprendente un anticorpo CD123 ad alta affinità, un linker scindibile e...
Venetoclax e la combinazione orale di Decitabina più Cedazuridina nei pazienti con sindromi mielodisplastiche ad alto rischio o leucemia mielomonocitica cronica
La terapia con cellule CAR-T, Idecabtagene vicleucel ( Ide-cel; Abecma ), ha mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da...
Attività di Venetoclax nei pazienti con leucemia linfatica cronica recidivante o refrattaria: studio VENICE-1
La maggior parte dei pazienti affetti da leucemia linfatica cronica progredisce dopo il trattamento o il ritrattamento con terapia mirata...