Brentuximab vedotin con chemioterapia per il linfoma di Hodgkin classico in stadio III o IV: studio ECHELON-1
Nonostante i progressi nel trattamento del linfoma di Hodgkin con l'introduzione di regimi adattati alla PET, le sfide pratiche impediscono un uso più diffuso di questi approcci.
Lo studio ECHELON-1 ha valutato la sicurezza e l'efficacia del regime A+AVD di prima linea ( Brentuximab vedotin [ Adcetris ], Doxorubicina, Vinblastina e Dacarbazina ) rispetto al regime ABVD ( Doxorubicina, Bleomicina, Vinblastina e Dacarbazina ) nei pazienti con linfoma di Hodgkin classico in stadio III o IV .
L'analisi primaria ha mostrato un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione modificata con il regime A+AVD.
Eì stata presentata un'analisi aggiornata di ECHELON-1 a 5 anni, un punto di riferimento importante per questa popolazione di pazienti.
ECHELON-1 era uno studio internazionale, in aperto, randomizzato, di fase 3 condotto in 218 siti clinici, inclusi ospedali, centri oncologici e cliniche comunitarie, in 21 Paesi.
I pazienti precedentemente non-trattati ( età a partire da 18 anni con un ECOG performance status inferiore o uguale a 2 ) con linfoma di Hodgkin classico in stadio III o IV sono stati assegnati in modo casuale a ricevere A+AVD ( Brentuximab vedotin 1.2 mg/kg di peso corporeo, Doxorubicina 25 mg/m2 di superficie corporea, Vinblastina 6 mg/m2 e Dacarbazina 375 mg/m2 ) oppure ABVD ( Doxorubicina 25 mg/m2, Bleomicina 10 U/m2, Vinblastina 6 mg/m2, e Dacarbazina 375 mg/m2 ) per via endovenosa nei giorni 1 e 15 di ciascun ciclo di 28 giorni per un massimo di 6 cicli.
I fattori di stratificazione includevano la regione ( Americhe vs Europa vs Asia ) e il gruppo di rischio dell’indice IPS ( International Prognostic Score ) ( rischio basso, intermedio o alto ).
L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione modificata; questo aggiornamento a 5 anni ha incluso l'analisi della sopravvivenza libera da progressione secondo la valutazione dello sperimentatore nella popolazione intent-to-treat, che era un endpoint esplorativo, sebbene l'analisi a 5 anni non fosse prespecificata nel protocollo.
Tra il 2012 e il 2016, 1.334 pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere il regime A+AVD ( n=664 ) o il regime ABVD ( n=670 ).
A un follow-up mediano di 60.9 mesi, la sopravvivenza libera da progressione a 5 anni è stata dell'82.2% con il regime A+AVD e del 75.3% con il regime ABVD ( hazard ratio, HR 0.68; P=0.0017 ).
Tra i pazienti PET-2-negativi, la sopravvivenza libera da progressione a 5 anni è stata più alta con il regime A+AVD che con il regime ABVD ( 84.9% vs 78.9%; HR 0.66; P=0.0035 ).
La sopravvivenza libera da progressione a 5 anni per i pazienti PET-2 positivi è stata del 60.6% con il regime A+AVD rispetto al 45.9% con il regime ABVD ( HR 0.70; P=0.23 ).
La neuropatia periferica ha continuato a migliorare o risolversi nel tempo sia con il regime A+AVD ( 375 su 443 pazienti, 85% ) che con il regime ABVD ( 245 su 286 pazienti, 86% ); più pazienti avevano neuropatia periferica in corso nel gruppo A+AVD ( 127 su 662, 19% ) rispetto al gruppo ABVD ( 59 su 659, 9% ).
Sono stati riportati meno tumori secondari con il regime A+AVD ( 19 su 662, 3% ) rispetto al regime ABVD ( 29 su 659, 4% ).
Sono stati riportati più nati vivi nel gruppo A+AVD ( n=75 ) rispetto al gruppo ABVD ( n=50 ).
Con 5 anni di follow-up, il regime Brentuximab vedotin + AVD ha mostrato un miglioramento robusto e duraturo della sopravvivenza libera da progressione rispetto al regime ABVD, indipendentemente dallo stato PET-2, e un profilo di sicurezza coerente.
Sulla base di questi risultati, il regime Brentuximab vedotin + AVD dovrebbe essere preferito al regime ABVD per i pazienti con linfoma di Hodgkin classico in stadio III o IV non precedentemente trattato. ( Xagena2021 )
Straus DJ et al, Lancet Haematology 2021; 8: 410-421
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