Trattamento diretto all'ipossia del carcinoma orofaringeo correlato al papillomavirus umano


La chemioradioterapia standard a scopo curativo per il carcinoma orofaringeo correlato al papillomavirus umano ( HPV ) determina una tossicità significativa.

Poiché i tumori ipossici sono radioresistenti, si è ipotizzato che lo stato aerobico di un tumore possa identificare i pazienti idonei alla riduzione della chemioradioterapia mantenendo l’efficacia del trattamento.

Sono stati arruolati pazienti con carcinoma orofaringeo correlato al virus HPV per ricevere chemioradioterapia definitiva de-escalata in uno studio di fase II.

I pazienti sono stati inizialmente sottoposti a rimozione chirurgica della malattia nella sede primaria, ma non della malattia macroscopica al collo.

Per misurare l'ipossia tumorale è stata utilizzata una tomografia a emissione di positroni con 18 F-fluoro-misonidazolo al basale ed è stata ripetuta 1-2 settimane durante il trattamento.

I pazienti con tumori non-ipossici hanno ricevuto 30 Gy ( 3 settimane ) con chemioterapia, mentre quelli con tumori ipossici hanno ricevuto chemioradioterapia standard a 70 Gy ( 7 settimane ).

L'obiettivo primario era ottenere un controllo locoregionale a 2 anni del 95% con un margine di non-inferiorità del 7%.

Sono stati arruolati 158 pazienti con T0-2/N1-N2c, di cui 152 pazienti erano idonei per le analisi. Di questi, 128 pazienti soddisfacevano i criteri per 30 Gy e 24 pazienti per 70 Gy.
Il controllo locoregionale a 2 anni è stato del 94.7%, soddisfacendo l’obiettivo primario.

Con un tempo di follow-up mediano di 38.3 mesi, i tassi di sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) a 2 anni e di sopravvivenza globale ( OS ) sono stati rispettivamente del 94% e del 100% per la coorte con 30 Gy.

La coorte con 70 Gy ha mostrato tassi di sopravvivenza libera da progressione e sopravvivenza globale a 2 anni simili, pari rispettivamente al 96% e al 96%.

Gli eventi avversi acuti di grado 3-4 sono stati più comuni nei pazienti con 70 Gy rispetto a 30 Gy ( 58.3% vs 32%; P=0.02 ).
Eventi avversi tardivi di grado 3-4 si sono verificati solo nella coorte con 70 Gy, nella quale il 4.5% dei pazienti lamentava disfagia tardiva.

L’ipossia tumorale è un approccio promettente al dosaggio diretto della chemioradioterapia a scopo curativo per i carcinomi correlati a infezione da HPV con efficacia preservata e tossicità sostanzialmente ridotta che richiede ulteriori indagini. ( Xagena2024 )

Lee NY et al, J Clin Oncol 2024; 42: 940-950

Neuro2024 Oto2024 Onco2024 Inf2024 Med2024



Indietro

Altri articoli

Si è determinato se Blinatumomab ( Blincyto ) sia efficace come alternativa alla chemioterapia intensiva di prima linea con risparmio...


L’immunosoppressione basata sulla Globulina antitimocitaria ( ATG ) è standard nel trattamento di prima linea per le persone con anemia...


La malattia di Niemann-Pick di tipo C ( NP-C ) è una rara malattia da accumulo lisosomiale. Sono state valutate...


Sebbene la segmentectomia sia risultata migliore della lobectomia in termini di sopravvivenza globale ( OS ) per i pazienti con...


Nonostante i miglioramenti nel trattamento del linfoma mantellare ( MCL ), la maggior parte dei pazienti alla fine presenta una...



Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale umanizzato impiegato nel trattamento di diversi tipi di neoplasia. Si lega al...


La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia per il trattamento del melanoma avanzato (...


La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia per il trattamento dei pazienti con melanoma...