Braftovi per il trattamento del melanoma metastatico o melanoma inoperabile
Braftovi è un farmaco impiegato per il trattamento del melanoma che si è diffuso o non può essere asportato chirurgicamente.
Braftovi è utilizzato in associazione con un altro medicinale, Binimetinib ( Mektovi ), ed è destinato
soltanto ai pazienti le cui cellule tumorali presentano una particolare variazione ( mutazione ) nei
geni denominata BRAF V600.
Braftovi contiene il principio attivo Encorafenib.
Braftovi è disponibile in capsule ( 50 mg e 75 mg ). I pazienti assumono di norma 450 mg ( sei capsule da 75 mg ) una volta al giorno, ma la dose può essere ridotta o il trattamento interrotto
temporaneamente, se presentano effetti indesiderati problematici.
Anche la dose dell’altro medicinale, Binimetinib, può essere ridotta, ma in caso di interruzione di Binimetinib, dev’essere interrotto anche Braftovi.
Il trattamento con Braftovi può durare fino a quando il paziente ne trae beneficio e non manifesta
effetti indesiderati inaccettabili.
Braftovi può essere ottenuto soltanto con prescrizione medica. Il trattamento deve essere iniziato e
supervisionato sotto la responsabilità di un medico esperto nella somministrazione di medicinali
antitumorali.
Nei melanomi con mutazione BRAF V600 è presente una forma anomala della proteina BRAF, che attiva un’altra proteina denominata MEK, implicata nella stimolazione della divisione cellulare.
La conseguente divisione incontrollata delle cellule favorisce lo sviluppo dei tumori. Il principio attivo contenuto in Braftovi, Encorafenib, agisce bloccando direttamente la proteina BRAF e impedendone l’attivazione da parte di MEK, rallentando così la crescita e la diffusione del tumore.
Uno studio condotto su 577 pazienti con melanoma con mutazione BRAF V600 che si era diffuso o che non poteva essere asportato chirurgicamente ha mostrato che Braftovi in associazione con Binimetinib può prolungare la durata di vita dei pazienti senza peggioramento della malattia.
I pazienti che hanno assunto questa associazione di medicinali hanno vissuto in media per quasi 15 mesi senza che la malattia peggiorasse, rispetto agli oltre 9.5 mesi per i pazienti che hanno assunto soltanto Encorafenib e a poco più di 7 mesi per i pazienti che hanno assunto un farmaco diverso, denominato Vemurafenib.
Gli effetti indesiderati più comuni di Encorafenib e Binimetinib, assunti insieme alle dosi più elevate
raccomandate, sono stanchezza, nausea ( sensazione di malessere ), diarrea, vomito, distacco della retina ( una affezione oculare che provoca problemi di vista scarsa ), dolore addominale, dolore alle articolazioni, dolori muscolari e livelli elevati di un enzima chiamato creatinchinasi, che possono indicare problemi muscolari.
Questi effetti indesiderati si sono verificati in più di 1 paziente su 4.
Fino al 50% dei pazienti con melanoma metastatico presenta una mutazione di BRAF; la più comune è la mutazione V600.
Braftovi in associazione con Binimetinib può contribuire a prolungare la vita di questi pazienti senza peggioramento della malattia.
Gli effetti indesiderati osservati con Braftovi sono simili a quelli osservati con altri medicinali della stessa classe e sono considerati gestibili.
Pertanto, l’Agenzia europea per i medicinali ha deciso che i benefici di Braftovi sono superiori ai rischi. ( Xagena2018 )
Fonte: EMA, 2018
Onco2018 Dermo2018 Farma2018
Indietro
Altri articoli
Sopravvivenza complessiva a tre anni con Tebentafusp nel melanoma uveale metastatico
Tebentafusp ( Kimmtrak ) è approvato per i pazienti adulti positivi per HLA-A*02:01 e affetti da melanoma uveale non-resecabile o...
Cessazione dell'inibitore BRAF prima della progressione della malattia nel melanoma metastatico
Il melanoma con mutazione BRAF trattato con inibitore BRAF +/- MEK ( terapia mirata ) ha un alto tasso di...
Spartalizumab più Dabrafenib e Trametinib per melanoma metastatico o melanoma non-resecabile con mutazione BRAF V600
I dati preclinici hanno indicato che la combinazione di un anticorpo anti-PD-1 più Dabrafenib e Trametinib presenta un'attività antitumorale superiore...
Opdualag, una combinazione di Nivolumab e Relatlimab, nel trattamento di prima linea per il melanoma non-operabile o metastatico
Opdualag è un medicinale usato come trattamento di prima linea per il melanoma che si è diffuso o che non...
Nivolumab più Ipilimumab per il melanoma uveale metastatico naive al trattamento: studio GEM-1402
Lo studio GEM-1402 ha valutato l'efficacia della combinazione di Nivolumab ( Opdivo ) più Ipilimumab ( Yervoy ) come terapia...
Nivolumab e Ipilimumab nel melanoma uveale metastatico
Il melanoma uveale metastatico è associato a una ridotta sopravvivenza globale ( OS ) e nessuna opzione terapeutica sistemica approvata....
Ipilimumab da solo o Ipilimumab più terapia anti-PD-1 nei pazienti con melanoma metastatico resistente alla monoterapia anti-PD-(L)1
La terapia anti-PD-1 induce il controllo della malattia a lungo termine in circa il 30% dei pazienti con melanoma metastatico;...
Bempegaldesleuchina più Nivolumab nel melanoma metastatico di prima linea
Sono necessarie terapie che producano risposte profonde e durature nei pazienti con melanoma metastatico. Una coorte di fase II dello...
Melanoma cutaneo metastatico: efficacia degli inibitori del checkpoint immunitario anche nei pazienti anziani
Gli inibitori del checkpoint immunitario ( ICI ) hanno cambiato radicalmente il trattamento per il melanoma avanzato, ma il loro...
Beneficio di sopravvivenza globale con Tebentafusp nel melanoma uveale metastatico
Il melanoma uveale è una malattia distinta dal melanoma cutaneo, con un basso carico mutazionale del tumore e una sopravvivenza...