Radioembolizzazione con Olmio-166 in pazienti con metastasi epatiche chemiorefrattarie e non-resecabili
L’efficacia della radioembolizzazione per il trattamento dei tumori epatici dipende dalla distribuzione selettiva delle microsfere radioattive nei tessuti tumorali.
La distribuzione delle microsfere poli(L-acido lattico) con Olmio-166 ( 155Ho ) può essere visualizzata in vivo sia con SPECT ( tomografia computerizzata con emissione di singolo fotone ) sia con risonanza magnetica.
È stato condotto uno studio clinico di fase 1 allo scopo di valutare sicurezza e dose massima tollerata di radiazione della radioembolizzazione con Olmio-166 in pazienti con metastasi epatiche.
Nel periodo 2009-2011, pazienti con metastasi epatiche chemiorefrattarie e non-resecabili sono stati arruolati nello studio HEPAR ( Holmium Embolization Particles for Arterial Radiotherapy ).
I pazienti sono stati sottoposti a radioembolizzazione con Olmio-166 per via intra-arteriosa in coorti di 3 pazienti, con aumento di dose fino a dosi assorbite dall’intero fegato di 20, 40, 60 e 80 Gy.
Le coorti sono state estese a un massimo di 6 pazienti in caso di manifestazione di tossicità dose-limitante.
I pazienti sono stati assegnati a una dose in base all’ordine di entrata nello studio, con aumento di dose fino a insorgenza di tossicità dose-limitante in almeno 2 pazienti della singola coorte.
Tossicità cliniche o di laboratorio sono state classificate in base a ai criteri CTCAE ( Common Terminology Criteria for Adverse Events ) versione 3.0 del National Cancer Institute ( NCI ).
L’endpoint primario era la dose massima tollerata di radiazione; le analisi sono state condotte per protocollo.
Nello studio, 15 pazienti sono stati sottoposti a radioembolizzazione con Olmio-166 alle dosi di 20 Gy ( n=6 ), 40 Gy ( n=3 ), 60 Gy ( n=3 ) e 80 Gy ( n=3 ).
Le dosi medie stimate di radiazioni assorbite dall’intero fegato sono state 18 Gy per la coorte 20 Gy, 35 Gy per la coorte 40 Gy, 58 Gy per la coorte 60 Gy e 73 Gy per la coorte 80 Gy.
La coorte 20 Gy è stata estesa a 6 pazienti a causa dell’insorgenza di tossicità dose-limitante in 1 paziente ( embolia polmonare ).
Nella coorte 80 Gy, la tossicità dose-limitante si è manifestata in 2 pazienti: trombocitopenia di grado 4, leucopenia di grado 3 e ipoalbuminemia di grado 3 in 1 paziente e dolore addominale di grado 3 in un altro paziente.
La dose massima tollerata di radiazione è stata identificata in 60 Gy.
Le tossicità di laboratorio osservate più frequentemente ( incluse quelle di grado 1 ) sono state: linfocitopenia, ipoalbuminemia, aumento dei livelli di fosfatasi alcalina, di aspartato aminotransferasi e gamma-glutamiltransferasi, tutte osservate in 12 dei 15 pazienti.
Malattia stabile o risposta parziale delle lesioni target sono state raggiunte in 14 su 15 pazienti ( 93% ) a 6 settimane e 9 su 14 pazienti ( 64% ) a 12 settimane dopo la radioembolizzazione.
Rispetto al basale, il punteggio medio su status di salute globale e qualità di vita a 6 settimane dopo il trattamento è diminuito di 13 punti ( p=0.053 ) e di 14 a 12 settimane ( p=0.048 ).
In tutti i pazienti, la SPECT con macroaggregati di albumina marcati con Tecnezio-99m, la SPECT a dosaggio ridotto di Olmio-155 e la SPECT con Olmio-166 alla dose di trattamento hanno mostrato pattern simili di presenza o assenza di deposizione di attività extra-epatica.
In conclusione, la radioembolizzazione con Olmio-166 è utilizzabile e sicura per il trattamento di pazienti con metastasi epatiche non-resecabili e chemiorefrattarie e permette di attuare un trattamento guidato dalle immagini.
La radioembolizzazione clinica con Olmio-166 dovrebbe essere effettuata per raggiungere una dose assorbita dall’intero fegato di 60 Gy. ( Xagena2012 )
Smits ML et al, Lancet Oncol 2012; 13: 1025-1234
Onco2012 Gastro2012 Farma2012
Indietro
Altri articoli
Trattamento sistemico di prima linea nei pazienti con metastasi epatiche da tumore del colon-retto inizialmente non-resecabili: studio CAIRO5
I pazienti con metastasi epatiche da tumore del colon-retto inizialmente non-resecabili potrebbero beneficiare di un trattamento locale con intento curativo...
Perfusione epatica isolata con Melfalan nei pazienti con metastasi epatiche isolate da melanoma uveale: studio SCANDIUM
Circa la metà dei pazienti con melanoma uveale metastatico presenta metastasi epatiche isolate, e la sopravvivenza mediana è di 6-12...
Sopravvivenza libera da recidiva rispetto alla sopravvivenza globale come endpoint primario per gli studi sulle metastasi epatiche resecate di origine colorettale
La sopravvivenza libera da recidiva ( RFS ) è stata utilizzata come endpoint surrogato per la sopravvivenza globale ( OS...
Radioembolizzazione con chemioterapia per metastasi epatiche colorettali
È stato studiato l'impatto della radioembolizzazione transarteriosa con Ittrio-90 ( TARE ) in combinazione con la chemioterapia sistemica di seconda...
Radioembolizzazione aggiuntiva di Olmio-166 dopo Lutezio-177-dotatato nei pazienti con metastasi epatiche di tumore neuroendocrino: studio HEPAR PLuS
Nei pazienti con neoplasie neuroendocrine metastatiche, il fegato è l'organo più colpito e un fattore cruciale per la prognosi e...
Atezolizumab più Bevacizumab e chemioterapia nel tumore al polmone non-a-piccole cellule nello studio IMpower150; analisi dei pazienti con mutazioni di EGFR o metastasi epatiche al basale
Lo studio IMpower150 ha mostrato miglioramenti significativi nella sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) e nella sopravvivenza globale (...
Esiti e tossicità dopo radioembolizzazione con Ittrio-90 per le metastasi epatiche da tumori neuroendocrini
La prognosi dei pazienti con metastasi epatiche da tumori neuroendocrini ( NET ) è generalmente buona e la radioembolizzazione con...
Radioterapia interna selettiva di prima linea più chemioterapia rispetto a chemioterapia da sola in pazienti con metastasi epatiche da cancro del colon-retto
I dati suggeriscono che la radioterapia interna selettiva ( SIRT ) nella terapia di terza linea o successiva per il...
Bevacizumab in associazione a regime mFOLFOX-6 o FOLFOXIRI nei pazienti con metastasi epatiche inizialmente non-operabili da tumore del colon-retto
Nei pazienti con metastasi epatiche di carcinoma colorettale inizialmente non-operabili, la chemioterapia è in grado di ridurre le dimensioni delle...
Bevacizumab e mFOLFOX-6 o FOLFOXIRI nei pazienti con metastasi epatiche inizialmente non-resecabili di tumore del colon-retto: studio multicentrico di fase 2 OLIVIA
Nei pazienti con metastasi epatiche di tumore del colon-retto, inizialmente non-operabili, la chemioterapia può ridurre l’estensione delle metastasi e facilitare...