Attività significativa della Pomalidomide nel trattamento del mieloma multiplo refrattario e della mielofibrosi
Uno studio sulla Pomalidomide ha mostrato risultati incoraggianti nel trattamento della mielofibrosi e del mieloma multiplo refrattario/recidivante.
Le prime analisi dello studio di fase II del mieloma multiplo, in cui metà dei 60 pazienti con mieloma multiplo recidivante ha ricevuto bassi dosaggi di Desametasone in associazione a Pomalidomide, hanno dimostrato che il 76% dei pazienti ha registrato un miglioramento o una stabilizzazione della patologia.
Il tasso di risposta tra i pazienti che in precedenza non avevano risposto al trattamento con Lenalidomide ( Revlimid ) è stato del 29%.
Il 58% dei pazienti ha ottenuto una risposta obiettiva. In otto dei sessanta pazienti è stata ridotta la dose.
Gli effetti avversi importanti più comuni sono stati neutropenia ( 32% ), trombocitopenia ( 3% ) e anemia ( 3% ). I Ricercatori sono giunti alla conclusione che per la maggior parte dei pazienti la Pomalidomide in associazione a dosi ridotte di Desametasone in generale è stata ben tollerata, con effetti avversi gestibili. Tuttavia un paziente neutropenico di questa popolazione pretrattata e refrattaria è deceduto a causa di polmonite.
Lo studio ha concluso che il principio attivo Pomalidomide è altamente attivo in questo segmento della popolazione dei pazienti affetti da mieloma multiplo.
La seconda sperimentazione di fase II ( studio in cieco a quattro bracci e disegno adattabile ) ha valutato 84 pazienti affetti da mielofibrosi avanzata con metaplasia mieloide, studiando due diversi dosaggi di Pomalidomide con o senza Prednisone, con un braccio in monoterapia con Prednisone quale controllo.
Fatta eccezione per un soggetto, in tutti i pazienti le precedenti terapie non avevano avuto esito.
Gli effetti avversi di grado 2 o superiore sono stati infrequenti e comparabili al controllo con Prednisone, a eccezione della trombocitopenia, che ha interessato uno dei 22 pazienti e uno dei 19 pazienti trattati con 2 mg di Pomalidomide con o senza Prednisone.
Il 35% dei pazienti in trattamento con Pomalidomide è risultato non dipendente dalle trasfusioni di cellule ematiche.
Al momento della presentazione in oggetto, 15 dei 16 soggetti con risposta restano in remissione.
La granulocitopenia e le dimensioni della milza nella norma erano correlate alla risposta, ma la percentuale di anomalie citogenetiche e presenza di mutazione di JAK2 non erano correlate. ( Xagena2008 )
Fonte: American Society of Hematology ( ASH ) – Annual Meeting, 2008
Farma2008 Emo2008 Onco2008
Indietro
Altri articoli
Momelotinib versus Danazolo nei pazienti sintomatici con anemia e mielofibrosi: studio MOMENTUM
Gli inibitori della Janus chinasi ( JAK ) approvati per la mielofibrosi forniscono miglioramenti della milza e dei sintomi, ma...
Sicurezza e sopravvivenza a lungo termine di Momelotinib nella mielofibrosi
Momelotinib ( Ojjaara ) è il primo inibitore della Janus chinasi 1 ( JAK1 ) e JAK2 che ha dimostrato...
Confronto indiretto aggiustato per la corrispondenza tra la combinazione Pelabresib più Ruxolitinib e la monoterapia con inibitori di JAK nella mielofibrosi
Gli inibitori della Janus chinasi ( JAKi ) Ruxolitinib, Fedratinib e Pacritinib sono l'attuale standard di cura nella mielofibrosi (...
Omjjara a base di Momelotinib nel trattamento della splenomegalia o di altri sintomi correlati alla malattia in adulti affetti da mielofibrosi e anemia da moderata a grave
Omjjara, il cui principio attivo è Momelotinib è un medicinale che trova impiego nel trattamento della splenomegalia ( ingrossamento della...
Omjjara a base di Momelotinib per i pazienti affetti da mielofibrosi con anemia. Approvato nell'Unione Europea
La Commissione Europea ha approvato Omjjara, il cui principio attivo è Momelotinib, per il trattamento dei pazienti con splenomegalia o...
Impatto di TP53 sull'esito dei pazienti con mielofibrosi sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche
Le mutazioni di TP53 ( TP53 MT ) sono state associate a esiti sfavorevoli in varie neoplasie ematologiche, ma non...
Studio TRANSFORM-1: riduzione significativa del volume splenico nei pazienti con mielofibrosi trattati con la combinazione Navitoclax e Ruxolitinib
I dati dello studio di fase 3 TRANSFORM-1 hanno evidenziato che nei pazienti con mielofibrosi, il trattamento iniziale associando Navitoclax...
Momelotinib versus Danazolo nei pazienti sintomatici con anemia e mielofibrosi precedentemente trattati con un inibitore JAK: studio MOMENTUM
Lo studio MOMENTUM ha raggiunto tutti gli endpoint chiave alla settimana 24, dimostrando benefici su sintomi, milza e anemia con...
Pelabresib in combinazione con Ruxolitinib per la mielofibrosi naive al trattamento con inibitori della Janus chinasi: studio MANIFEST
La terapia standard per la mielofibrosi comprende gli inibitori della Janus chinasi ( JAK ), ma i tassi di risposta...
Aggiunta di Navitoclax alla terapia in corso con Ruxolitinib per i pazienti con mielofibrosi con progressione o risposta non-ottimale
Il targeting della via BCL-XL ha dimostrato la capacità di superare la resistenza dell'inibitore della Janus chinasi in modelli preclinici....