Aumento del rischio di tromboembolismo venoso nei pazienti con mielofibrosi
I risultati di uno studio retrospettivo di coorte basato sulla popolazione hanno mostrato che i pazienti con diagnosi di mielofibrosi presentano un aumentato rischio di tromboembolismo venoso, ma non-arterioso.
Sebbene precedenti studi abbiano dimostrato l'aumento del rischio di tromboembolismo nei pazienti con policitemia vera e trombocitemia essenziale, si hanno poche informazioni sull'incidenza di eventi tromboembolici arteriosi e venosi nel contesto di mielofibrosi primaria o mielofibrosi secondaria a policitemia vera e trombocitemia essenziale.
Lo studio caso-controllo ha incluso 642 pazienti con mielofibrosi insieme a 2568 pazienti di controllo senza la malattia che sono stati abbinati in base a fattori specifici del paziente e della malattia, come età, sesso e data indice ( la data in cui è stata diagnosticata la mielofibrosi ).
Le informazioni sui pazienti sono state ottenute da un database amministrativo che includeva le cartelle cliniche elettroniche di una coorte di oltre 1 milione di adulti residenti in Israele.
L'età media alla quale è stata diagnosticata la mielofibrosi era di 66.5 anni. Di oltre il 40% dei pazienti con mielofibrosi sottoposti a genotipizzazione, il 64.0% è stato classificato come affetto da malattia caratterizzata da JAKV617F.
Riguardo alle comorbidità presenti alla data indice, i pazienti con mielofibrosi avevano significativamente più probabilità di avere una precedente diagnosi di diabete ( P = 0.042 ), insufficienza cardiaca congestizia ( P inferiore a 0.001 ), cirrosi ( P inferiore a 0.001 ), malattia polmonare cronica ostruttiva ( P = 0.014 ), insufficienza renale cronica ( P inferiore a 0.001 ), precedente tromboembolia ( P inferiore a 0.001 ), precedente linfoma ( P = 0.014 ), policitemia vera ( P inferiore a 0.001 ) e trombocitemia essenziale ( P inferiore a 0.001 ). ( Xagena2020 )
Fonte: Journal of Thrombosis and Haemostasis, 2020
Emo2020 Onco2020
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