Trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche seguito da trapianto allogenico o autologo di cellule staminali emopoietiche in pazienti con mieloma multiplo
Il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche migliora la sopravvivenza in pazienti con mieloma multiplo, ma la progressione della malattia resta un problema.
Il trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche potrebbe ridurre la progressione della malattia, ma può essere associato a un’elevata mortalità correlata al trattamento.
È stato condotto uno studio per valutare l’efficacia del trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche con condizionamento non-mieloablativo dopo trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche rispetto al doppio trapianto autologo.
Nello studio di fase 3 sono stati arruolati pazienti con mieloma multiplo in lista di attesa per il trapianto in 37 Centri negli Stati Uniti.
I pazienti ( età inferiore a 70 anni ) con un'adeguata funzione d’organo che avevano completato almeno 3 cicli di terapia sistemica anti-mieloma entro i precedenti 10 mesi sono risultati idonei ad essere inclusi e sono stati assegnati a ricevere un trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche seguito da un trapianto allogenico ( gruppo auto-allo) o da un altro trapianto autologo ( tandem; gruppo auto-auto ) in base alla disponibilità di un familiare donatore HLA compatibile.
I pazienti nel gruppo auto-auto sono stati in seguito assegnati in maniera casuale e in rapporto 1:1 a terapia di mantenimento ( Talidomide più Desametasone ) o a osservazione.
Per evitare bias ambientali, i pazienti sono stati classificati come a rischio standard o a rischio elevato in base a caratteristiche citogenetiche e alle concentrazioni di beta2-microglobulina.
Il metodo di Kaplan-Meier è stato utilizzato per stimare le differenze nella sopravivenza libera da progressione a 3 anni ( endpoint primario ) tra i pazienti con malattia a rischio standard nel gruppo auto-allo e i migliori risultati ottenuti dal gruppo auto-auto ( mantenimento, osservazione o congiunti ).
Nel periodo 2003-2007 sono stati arruolati 710 pazienti, 625 dei quali presentavano malattia a rischio standard, e sono stati sottoposti a trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche.
In totale, 156 ( 83% ) su 189 pazienti con malattia a rischio standard nel gruppo auto-allo e 366 ( 84% ) su 436 in quello auto-auto hanno ricevuto un secondo trapianto.
Nel gruppo auto-auto, 219 pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a osservazione e 217 a terapia di mantenimento e, di questi, 168 ( 77% ) hanno completato il trattamento.
La sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza generale non hanno mostrato differenze tra i gruppi mantenimento e osservazione, e sono stati usati i dati combinati.
Le stime di Kaplan-Meier per la sopravvivenza libera da progressione a 3 anni sono state pari al 43% nel gruppo auto-allo e al 46% in quello auto-auto ( p=0.671 ); anche la sopravvivenza generale non ha mostrato differenze a 3 anni ( 77% vs 80%; p=0.191 ).
Entro 3 anni, 87 ( 46% ) su 189 pazienti nel gruppo auto-allo hanno mostrato eventi avversi di grado 3-5 così come 185 ( 42% ) su 436 pazienti nel gruppo auto-auto.
Gli eventi avversi che hanno mostrato differenze maggiori tra i gruppi sono stati iperbilirubinemia ( 21 [ 11% ] pazienti nel gruppo auto-allo vs 14 [ 3% ] in quello auto-auto ) e neuropatia periferica ( 11 [ 6% ] nel gruppo auto-allo vs 52 [ 12% ] in quello auto-auto ).
In conclusione, il trapianto allogenico non-mieloablativo di cellule staminali emopoietiche dopo trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche non è più efficace del doppio trapianto autologo per i pazienti con mieloma multiplo a rischio standard.
E' necessaria un'ulteriore riduzione nella mortalità per migliorare l’approccio basato su trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche. ( Xagena2011 )
Krishnan A et al, Lancet Oncol 2011; 12: 1195-1203
Onco2011 Emo2011
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