Neoplasia intraepiteliale cervicale, effetto protettivo di lunga durata per le donne HPV-negative


E’ stato valutato se l'aumento della sensibilità dello screening per il papillomavirus umano ( HPV ) potesse rappresentare una iperdiagnosi; è stata, inoltre, confrontata la durata a lungo termine dell’effetto protettivo contro la neoplasia intraepiteliale cervicale di grado 2 o maggiore ( CIN2+ ) nello screening per HPV e nello screening citologico.

È stato compiuto un follow-up di 13 anni dello studio controllato e randomizzato Swedescreen ( screening di HPV primario ) in Svezia.
Sono state arruolate 12.527 donne di età compresa tra 32 e 38 anni che si sono sottoposte a screening, e sono state randomizzate a doppio test per HPV ed esame citologico ( braccio di intervento, n=6.257 ) oppure al solo test citologico con campioni congelati per futuri test per HPV ( braccio di controllo, n=6.270 ).

Le principali misure di esito erano: incidenza cumulativa di CIN2+ e CIN3+.

L'aumentata individuazione di CIN2+ nel braccio di intervento è diminuita nel tempo.

Dopo 6 anni, l'incidenza cumulativa di CIN3+ è risultata simile in entrambi i bracci dello studio, e dopo 11 anni l'incidenza cumulativa di CIN2+ è diventata simile in entrambi i bracci.

La sensibilità longitudinale della citologia per CIN2+ nel braccio di controllo a 3 anni è stata simile alla sensibilità del test HPV nel braccio di intervento a 5 anni di follow-up: 85.94% vs 86.40%.

La sensibilità dello screening HPV per CIN3+ dopo 5 anni è stata dell’89.34% e per la citologia dopo 3 anni è stata del 92.02%.

In conclusione, nel follow-up a lungo termine, l'incidenza cumulativa di CIN2+ era la stessa per lo screening per HPV e per la citologia, il che implica che la maggiore sensibilità dello screening HPV per CIN2+ riflette una diagnosi precoce piuttosto che una iperdiagnosi.
I bassi rischi a lungo termine di CIN3+ tra le donne risultate negative allo screening HPV consigliano uno screening a intervalli di 5 anni per queste donne. ( Xagena2014 )

Elfström KM et al, BMJ 2014; 348: g130

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