Tumore: Bevacizumab e Sunitinib associati a rischio di osteonecrosi della mandibola
Il trattamento con Bevacizumab o Sunitinib può rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di osteonecrosi della mandibola, in particolare se il paziente ha ricevuto in precedenza o sta assumendo contemporaneamente bifosfonati.
Pertanto un esame odontoiatrico e appropriate procedure odontoiatriche preventive devono essere considerate prima del trattamento con Bevacizumab o Sunitinib. Procedure odontoiatriche invasive dovrebbero essere evitate, se possibile, nei pazienti trattati con Bevacizumab e Sunitinib che hanno precedentemente ricevuto o che stanno assumendo bifosfonati per via endovenosa.
Bevacizumab ( Avastin ) è stato autorizzato nell'Unione europea nel gennaio 2005 per il trattamento di prima linea dei pazienti con tumore metastatico del colon o del retto; è inoltre autorizzato nel trattamento del carcinoma mammario metastatico, del tumore polmonare non-a-piccole cellule non-resecabile avanzato e metastatico o recidivante, e del tumore a cellule renali avanzato e/o metastatico.
Sunitinib ( Sutent ) è stato autorizzato in Europa nel luglio 2006 ed è indicato per il trattamento del tumore gastrointestinale stromale non-operabile e/o metastatico maligno dopo fallimento del trattamento con Imatinib, nel carcinoma a cellule renali avanzato/metastatico, e dei tumori pancreatici neuroendocrini ben differenziati non-resecabili o metastatici con progressione della malattia negli adulti.
Osteonecrosi della mandibola
Casi di osteonecrosi della mandibola ( ONJ ) sono stati riportati in pazienti oncologici in associazione al trattamento con Bevacizumab o Sunitinib; la maggior parte di questi pazienti aveva ricevuto un trattamento precedente o concomitante con bifosfonati per via endovenosa.
I bifosfonati presentano un’emivita molto lunga e possono rimanere attivi nel tessuto osseo per molti mesi dopo l'interruzione della terapia.
Si stima che Bevacizumab sia stato somministrato finora a più di 800.000 pazienti affetti da cancro in tutto il mondo. I dati provenienti da studi clinici e i case report di reazioni avverse al farmaco hanno identificato 55 casi di osteonecrosi della mandibola associati a Bevacizumab.
Il tasso di segnalazione appare essere basso, con meno di 1 caso riportato per 10.000 pazienti trattati.
Si ritiene che il numero di pazienti trattati con Sunitinib in tutto il mondo sia di 100.000; un totale di 27 casi di osteonecrosi della mandibola sono stati riportati durante trattamento con Sunitinib.
Nella maggior parte dei casi segnalati con entrambi i farmaci elementi confondenti erano rappresentati dalla chemioterapia o dal trattamento concomitante o precedente con bifosfonati.
Molti pazienti hanno anche ricevuto altri trattamenti che sono noti fattori di rischio per l'osteonecrosi o l’osteonecrosi della mandibola ( ad esempio, la radioterapia, i glucocorticoidi ). Tuttavia, vi sono prove sufficienti per sospettare che Bevacizumab e Sunitinib possono aumentare in modo indipendente o contribuiscono al rischio di osteonecrosi della mandibola.
Il meccanismo mediante il quale Bevacizumab o Sunitinib provocano osteonecrosi della mandibola non è noto. Entrambi i farmaci inibiscono l'angiogenesi, ed è plausibile che questa proprietà possa svolgere un ruolo nella patogenesi dell’osteonecrosi della mandibola.
L’osteonecrosi può derivare da una perdita temporanea o permanente di rifornimento di sangue all'osso.
Fattori di rischio noti per l'osteonecrosi della mandibola sono: i bifosfonati, la malattia tumorale, l'uso di corticosteroidi, la chemioterapia, la radioterapia, la scarsa igiene orale, il fumo e gli interventi chirurgici dentali o orofacciali.
Consigli per gli operatori sanitari
• Il trattamento con Bevacizumab o Sunitinib può rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di osteonecrosi della mandibola;
• I pazienti trattati che hanno precedentemente ricevuto, o sono in trattamento concomitante con bifosfonati possono essere particolarmente a rischio;
• L’esame dentale e le appropriate procedure odontoiatriche preventive devono essere effettuate prima di iniziare il trattamento con Bevacizumab o Sunitinib. Le procedure odontoiatriche invasive dovrebbero essere evitate, se possibile, nei pazienti trattati con Bevacizumab e Sunitinib che hanno precedentemente ricevuto o che assumono bifosfonati per via endovenosa. ( Xagena2011 )
Fonte: Drug Safety Update, 2011
Endo2011 Onco2011 Farma2011
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