Melanoma uveale: esito visivo a 4 anni dopo radioterapia con placche e Bevacizumab intravitreale profilattico ogni 4 mesi per 2 anni
La retinopatia da radiazioni in seguito a radioterapia con placche per melanoma uveale può portare alla perdita della vista che può essere evitata con il trattamento profilattico anti-VEGF ( fattore di crescita dell'endotelio vascolare ).
È stato determinato l'esito visivo dopo Bevacizumab intravitreale profilattico in pazienti con melanoma uveale irradiato con placca in uno studio retrospettivo, non-randomizzato, di coorte interventistica condotto presso il Wills Eye Hospital di Filadelfia, Pennsylvania ( USA ).
Bevacizumab profilattico è stato somministrato tra il 2008 e il 2018 a 1.131 occhi con melanoma uveale irradiato ( gruppo Bevacizumab ) e confrontato con 117 occhi con melanoma uveale irradiato tra il 2007 e il 2009 ( gruppo senza Bevacizumab, controllo storico ).
Bevacizumab profilattico intravitreale è stato fornito al momento della rimozione della placca, nonché in 6 iniezioni successive a intervalli di 4 mesi nell'arco di 2 anni.
L’esito principale era l’acuità visiva.
L'età media dei pazienti era di 61 anni, 1.195 dei 1.248 pazienti erano bianchi ( 96% ) e 632 dei 1.248 pazienti erano donne ( 51% ).
Lo spessore del tumore mediano era di 4.0 mm e la distanza mediana dalla foveola era di 3.0 mm.
Non è stata identificata differenza ( Bevacizumab versus gruppo di controllo ) nelle caratteristiche demografiche, nelle caratteristiche cliniche o nei parametri di radiazione.
Il follow-up medio è stato di 40 mesi rispetto a 56 mesi ( differenza media, −18; P minore di 0.001 ).
Secondo l'analisi di sopravvivenza, il gruppo Bevacizumab ha dimostrato meno evidenza alla tomografia a coerenza ottica di edema maculare cistoide a 24 mesi ( 28% vs 37%; hazard ratio, HR=1.5; P=0.02 ) e 36 mesi ( 44% vs 54%; HR=1.5; P=0.01 ), minore evidenza clinica di maculopatia da radiazioni a 24 mesi ( 27% vs 36%; HR=1.5; P=0.03 ), 36 mesi ( 44% vs 55%; HR=1.50; P=0.01 ) e 48 mesi ( 61% vs 66%; HR=1.4; P=0.03 ) e meno evidenza clinica di papillopatia da radiazioni a 18 mesi ( 6% vs 12%; HR=2.0; P=0.04 ).
L'analisi non-parametrica ha documentato migliori esiti dell'acuità visiva nel gruppo Bevacizumab in tutti i momenti, includendo la rilevazione a 12 mesi ( acuità visiva logMAR mediana, equivalente di Snellen: 0.30, 20/40, vs 0.48, 20/60; differenza media, -0.28; P=0.02 ), 24 mesi ( 0.40, 20/50, vs 0.70, 20/100; differenza media, -0.52; P minore di 0.001 ), 36 mesi ( 0.48, 20/60, vs 1.00, 20/200; differenza media, -0.49; P=0.003 ) e 48 mesi ( 0.54, 20/70, vs 2.00, conteggio delle dita; differenza media, -0.71; P minore di 0.001 ).
Questi risultati di una coorte retrospettiva di radioterapia con placche e Bevacizumab profilattico intravitreale in pazienti con melanoma uveale suggeriscono esiti visivi migliori se confrontati con soggetti di controllo storico non-randomizzati a 4 anni. ( Xagena2020 )
Shields CL et al, JAMA Ophthalmol 2020; 138: 136-146
Oftalm2020 Onco2020 Farma2020
Indietro
Altri articoli
Radioterapia dell’intero cervello da sola versus preceduta da Bevacizumab, Etoposide e Cisplatino per metastasi cerebrali non-trattate da cancro al seno
L'incidenza delle metastasi cerebrali è in aumento nei pazienti con tumore mammario metastatico. Sono urgentemente necessari trattamenti per estendere il...
Radioterapia cerebrale con Pirotinib e Capecitabina nelle pazienti con tumore alla mammella avanzato ERBB2-positivo e metastasi cerebrali
Il potenziale beneficio della combinazione di una terapia sistemica intracranica efficace con la radioterapia per le pazienti con tumore al...
Radioterapia corporea ablativa stereotassica per il tumore renale primario: studio FASTRACK II
La radioterapia corporea ablativa stereotassica ( SABR ) è una nuova alternativa non-invasiva per i pazienti con tumore renale primario...
Chemioradioterapia ipofrazionata accelerata seguita da potenziamento con radioterapia ablativa stereotassica per il carcinoma al polmone non-a-piccole cellule localmente avanzato, non-resecabile
La progressione intratoracica rimane il modello predominante di fallimento nei pazienti trattati con chemioradioterapia concomitante seguita da un inibitore del...
Streptococcus salivarius K12 allevia la mucosite orale nei pazienti sottoposti a radioterapia per tumori maligni del testa-collo
La mucosite orale ( OM ) è una tossicità debilitante comune associata alla radioterapia ( RT ) per i tumori...
Chemioterapia di induzione seguita da radioterapia versus chemioradioterapia nel carcinoma rinofaringeo
La chemioterapia di induzione più chemioradioterapia concomitante è raccomandata per il carcinoma nasofaringeo avanzato a livello locoregionale, ma è associata...
Modelli di progressione dopo inibitori del checkpoint immunitario per il linfoma di Hodgkin: implicazioni per la radioterapia
Gli inibitori del checkpoint immunitario ( ICI ) hanno dimostrato tassi di risposta notevoli nel linfoma di Hodgkin ( HL...
Radioterapia stereotassica corporea e Abiraterone acetato per pazienti affetti da tumore alla prostata oligometastatico resistente alla castrazione: studio ARTO
ARTO è uno studio clinico multicentrico randomizzato di fase II che ha valutato il beneficio dell'aggiunta della radioterapia stereotassica corporea...
Chemioradioterapia concomitante seguita da Cisplatino - Gemcitabina adiuvante versus chemioterapia Cisplatino - Fluorouracile per il carcinoma nasofaringeo N2-3
I pazienti con carcinoma nasofaringeo N2-3 hanno un alto rischio di insuccesso del trattamento nonostante l'attuale pratica di utilizzo di...
Sequenziamento della terapia di privazione degli androgeni di breve durata con radioterapia per il tumore alla prostata non-metastatico: studio SANDSTORM
Il sequenziamento della terapia di deprivazione androgenica ( ADT ) con la radioterapia ( RT ) può influenzare gli esiti...