Trattamento di seconda linea del carcinoma della prostata metastatico, Prednisone e radioterapia per il sollievo dei sintomi


Il trattamento di prima linea basato sulla soppressione degli androgeni è inizialmente molto efficace per alleviare i sintomi del tumore della prostata metastatico.
Quando, tuttavia, la soppressione degli androgeni non controlla più la progressione della malattia e dei sintomi, quali trattamenti sono in grado di migliorare la durata e la qualità della sopravvivenza ?

Per rispondere a questa domanda, sono state utilizzate le evidenze utilizzando la metodologia Prescrire.

Basse dosi di corticosteroidi, come il Prednisone da 5 a 10 mg al giorno, sembrano migliorare la qualità di vita per alcuni mesi, alleviando i sintomi nel 20-40% dei pazienti.

Quando aggiunto al Prednisone, Docetaxel ( Taxotere ), un farmaco citotossico, tende ad essere più efficace del Mitoxantrone ( Novantrone ) in termini di riduzione del dolore e qualità di vita.
Docetaxel prolunga la sopravvivenza di circa 2 mesi, ma provoca effetti avversi gravi in un quarto dei pazienti.
L’aggiunta di Estramustina ( Estracyt ) a questa combinazione prolunga la sopravvivenza, ma comporta il rischio di gravi eventi tromboembolici.
L'aggiunta di Bevacizumab non ha dimostrato alcun impatto sulla sopravvivenza.

Dopo il fallimento della chemioterapia citotossica con Docetaxel, due trattamenti ormonali, Abiraterone ( Zytiga ) ed Enzalutamide ( Xtandi ), sembrano prolungare la sopravvivenza di circa 4 o 5 mesi, e sono associati a effetti avversi moderati.
Tuttavia, questi risultati sono basati su una sola evidenza per ciascun farmaco.

Cabazitaxel ( Jevtana ) è moderatamente efficace in termini di sopravvivenza, ma ha un profilo di effetti avversi meno favorevole rispetto ad Abiraterone.

Una meta-analisi di studi sui bifosfonati, utilizzati per prevenire le complicanze delle metastasi ossee, non ha mostrato alcun marcato beneficio, anche in termini di riduzione del dolore.
I bifosfonati non sono sufficientemente efficaci per giustificare l’esposizione dei pazienti ai loro effetti avversi potenzialmente gravi.

In uno studio, il bilancio rischio-beneficio di Denosumab ( Xgeva ) non è risultato migliore rispetto a quello del Acido Zoledronico ( Zometa ), un bifosfonato.

La radioterapia con fasci esterni o infusione endovenosa di Stronzio-89 ( un radioisotopo ) ha alleviato il dolore associato a metastasi ossee in oltre il 70% dei casi.

Se il carcinoma della prostata metastatico progredisce nonostante la soppressione degli androgeni, le due opzioni principali sono rappresentate da: trattamento palliativo con corticosteroidi e radioterapia a fasci esterni o infusione di radioisotopo; oppure Docetaxel seguito da Abiraterone, che prolunga leggermente la sopravvivenza, ma al costo di effetti avversi a volte gravi. ( Xagena2013 )

Prescrire Int 2013; 22: 74-78

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