Doxorubicina liposomiale pegilata, Rituximab, Ciclofosfamide, Vincristina e Prednisone nel linfoma correlato ad AIDS


La chemioterapia infusionale è efficace nei pazienti con linfoma legato ad AIDS, ma potrebbe risultare difficile da somministrare.

Uno studio ha valutato agenti standard con Rituximab ( MabThera ) più Doxorubicina liposomiale pegilata ( Caelyx ) ( DR-COP ) nel tentativo di fornire un approccio più pratico alla terapia osservando i tassi di risposta, potenziali complicazioni infettive, e ruolo prognostico di marcatori biologici.

Lo studio prospettico di fase II, ha utilizzato ( giorno 1 ) Doxorubicina liposomiale pegilata 40 mg/m2, Rituximab 375 mg/m2, Ciclofosfamide 750 mg/m2, Vincristina 1.4 mg/m2 ( non oltre 2 mg ) e Prednisone 100 mg per via orale nei giorni da 1 a 5, con concomitante terapia antiretrovirale.

Nei 40 pazienti valutabili, la conta mediana di cellule CD4 è stata 114/mcgL ( intervallo, da 5 a 1026/mcgL ) e la carica virale mediana di HIV-1 è stata pari a 25.000 copie/mL.

Un indice IPI ( International Prognostic Index ) alto o intermedio / alto aggiustato per età era presente nel 28%.

La risposta generale è stata pari al 67.5%, con remissione completa nel 47.5%.

Dei 19 pazienti con risposta completa, 84% aveva malattia extranodale, 47% una conta di CD4 inferiore a 100/mcgL e 47% una carica virale superiore a 50.000 copie/mL; un paziente ha mostrato recidiva.

Con un follow-up mediano di 25.5 mesi, il 62% dei pazienti era in vita.

In totale, 16 pazienti ( 40% ) sono andati incontro a 22 infezioni, con infezioni di grado 4 solo in 2 casi ( 5% ).

Nessun paziente è deceduto in seguito a infezione durante il trattamento; un paziente ha contratto infezione opportunistica.

In conclusione, la immunodeficienza profonda e l’alta carica virale di HIV-1 non precludono il raggiungimento di risposta completa dopo terapia DR-COP con terapia antiretrovirale altamente attiva.
Il regime di trattamento è tollerabile, e l’utilizzo di Rituximab non è risultato associato a decesso in seguito a infezione durante il trattamento.
Questo approccio potrebbe rivelarsi utile in pazienti per i quali non sono utilizzabili regimi infusionali più intensivi. ( Xagena2013 )

Levine AM et al, J Clin Oncol 2013; 31: 58-64

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