Obinutuzumab vs Rituximab nei pazienti con recidiva di linfoma non-Hodgkin a cellule B CD20+ indolenti
Obinutuzumab ( GA101; Gazyvaro ), un nuovo anticorpo monoclonale glicoingegnerizzato di tipo II rivolto contro il recettore CD20, si è dimostrato efficace in diversi studi clinici a singolo braccio nel trattamento dei pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin recidivato / refrattario.
Lo studio GAUSS è stato il primo studio prospettico, randomizzato, che ha confrontato il profilo di sicurezza e l'efficacia di Obinutuzumab rispetto a Rituximab ( MabThera ) nel trattamento di recidiva di linfoma indolente.
Come end-point primario dello studio è stata valutata la percentuale di risposta globale ( ORR ) al trattamento in pazienti con linfoma follicolare dopo induzione e il profilo di sicurezza del farmaco nei pazienti con linfoma indolente.
Un totale di 175 pazienti con recidiva di linfoma indolente CD20+ che necessita di terapia, nei quali era stata osservata una precedente risposta in seguito a somministrazione di regime terapeutico contenente Rituximab, sono stati randomizzati ( in un rapporto 1:1 ) a ricevere, per una volta a settimana, quattro infusioni di Obinutuzumab ( 1.000 mg ) o Rituximab ( 375 mg/m2 ).
I pazienti che non mostravano alcuna evidenza di progressione della malattia dopo terapia di induzione hanno ricevuto Obinutuzumab o terapia di mantenimento con Rituximab ogni 2 mesi fino a 2 anni.
Dallo studio è emerso che fra i pazienti con linfoma follicolare ( n=149 ), la percentuale di risposta globale al trattamento è stata più alta per Obinutuzumab rispetto a Rituximab ( 44.6% vs 33.3% rispettivamente; P = 0.08 ).
Lo stesso risultato è stato confermato da un Comitato di revisione indipendente, in cieco, che ha evidenziato un tasso di risposta globale maggiore per Obinutuzumab rispetto a Rituximab ( 44.6% vs 26.7% rispettivamente; P = 0.01 ).
Questa differenza non si è tuttavia tradotta in un miglioramento della sopravvivenza libera da progressione.
Dallo studio non sono emerse nuove segnalazioni per quanto riguarda il profilo di sicurezza di Obinutuzumab.
L'incidenza di reazioni avverse si è mantenuta infatti simile nei gruppi esaminati, ad eccezione delle reazioni da infusione e della tosse che si sono mostrate maggiori nel braccio trattato con Obinutuzumab.
In conclusione, Obinutuzumab ha dimostrato un tasso di risposta globale superiore rispetto a Rituximab, senza differenze apprezzabili in termini di sicurezza.
L'effettivo beneficio clinico associato a Obinutuzumab rimane tuttavia ancora poco chiaro e richiede una ulteriore valutazione in studi clinici di fase III. ( Xagena2015 )
Sehn L et al, J Clin Oncol 2015; 33: 3467-3474
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