Tumore al seno: scoperto meccanismo di resistenza agli inibitori dell’aromatasi
E’ stato pubblicato su Nature Genetics uno studio che potrebbe migliorare l’efficacia dei farmaci contro il tumore alla mammella.
Lo studio è stato condotto presso l’Istituto Europeo di Oncologia ( IEO ) da Saverio Minucci e Giancarlo Pruneri, in collaborazione con i gruppi di Luca Magnani ( Imperial College, Londra ) e di Antonino Neri ( Ospedale Policlinico e Università degli Studi di Milano ).
I ricercatori hanno scoperto un’alterazione genetica che causa la resistenza ai farmaci nel tumore al seno ormono-responsivo, che rappresenta i due terzi di tutti i carcinomi mammari.
E’stato studiato il tumore ormono-responsivo, che è il più diffuso, con circa 35.000 nuovi casi all’anno solo in Italia.
Lo scopo principale dello studio era l’individuazione dei meccanismi molecolari di resistenza alla terapia comunemente utilizzata in questo gruppo di pazienti, basata sugli inibitori dell’aromatasi.
E’stato scoperto che una certa percentuale di tumori mammari sviluppa resistenza alla terapia come conseguenza di una specifica alterazione genetica, aumentando i livelli intracellulari della molecola-bersaglio di questi farmaci, l’aromatasi, presente nelle cellule tumorali.
Attraverso un test che misura le variazioni nella quantità del gene dell’aromatasi sarà possibile verificare se le pazienti con tumore mammario ormono-responsivo abbiano sviluppato questa specifica alterazione; in questo caso, si potranno valutare modalità di trattamento alternative, già disponibili o in via di sperimentazione.
Dopo intervento chirurgico, le pazienti con tumore al seno positivo per i recettori per gli estrogeni alfa ( ER-alfa ) sono trattate con la terapia adiuvante endocrina, tra cui i modulatori selettivi del recettore dell'estrogeno ( SERM ) e/o gli inibitori dell'aromatasi.
Tuttavia, oltre il 20% delle pazienti va incontro a recidiva entro 10 anni, e progressione verso malattia metastatica incurabile.
La scelta della terapia ha un'influenza fondamentale sul paesaggio genetico della malattia recidivata.
E’ stato riscontrato che il 21.5% delle pazienti trattate con inibitori dell’aromatasi e che recidivava aveva acquisito amplificazione di CYP19A1 ( che codifica per l’enzima aromatasi ) [ CYP19A1amp ].
Le pazienti recidivate hanno anche sviluppato numerose mutazioni nei geni chiave associati alla malattia tumorale, tra cui ESR1 e CYP19A1.
L’amplificazione di CYP19A1 causa un aumento dell'attività dell'aromatasi e del legame di ER-alfa estrogeno-indipendente ai geni bersaglio, con conseguente diminuita sensibilità delle cellule CYP19A1amp al trattamento con inibitori dell’aromatasi. ( Xagena2017 )
Fonte: Nature Genetics, 2017
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