Tivozanib versus Sorafenib come terapia mirata iniziale per pazienti con carcinoma renale metastatico
Tivozanib è un potente e selettivo inibitore tirosin-chinasico del recettore 1, 2 e 3 del fattore di crescita dell’endotelio vascolare ( VEGFR1, 2 e 3 ).
Uno studio di fase III ha confrontato Tivozanib con Sorafenib ( Nexavar ) come terapia mirata iniziale in pazienti con carcinoma renale metastatico.
Pazienti con tumore metastatico al rene, con una componente a cellule chiare, precedente nefrectomia, malattia misurabile e 0 o 1 precedenti terapie per carcinoma renale metastatico sono stati assegnati in maniera casuale a Tivozanib o a Sorafenib.
Una precedente terapia mirata contro VEGF e l’impiego di inibitori del target della rapamicina nei mammiferi ( mTOR ) non erano ammessi.
L’end point primario era la sopravvivenza libera da progressione in base a una revisione indipendente.
In totale, 517 pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a Tivozanib ( n=260 ) o a Sorafenib ( n=257 ).
La sopravvivenza libera a progressione è risultata più lunga con Tivozanib che con Sorafenib nella popolazione generale ( mediana, 11.9 vs 9.1 mesi; hazard ratio [ HR ], 0.797; P=0.042 ).
Nel corso dello studio, 156 pazienti ( 61% ) in progressione con Sorafenib sono passati al gruppo Tivozanib.
L’analisi finale di sopravvivenza generale ha mostrato una tendenza verso una sopravvivenza più lunga nel braccio Sorafenib che nel braccio Tivozanib ( mediana, 29.3 vs 28.8 mesi; HR, 1.245; P=0.105 ).
Gli eventi avversi più comuni con Tivozanib che con Sorafenib sono stati ipertensione ( 44% vs 34% ) e disfonia ( 21% vs 5% ); quelli più comuni con Sorafenib che con Tivozanib sono stati reazioni cutanee mano-piede ( 54% vs 14% ) e diarrea ( 33% vs 23% ).
In conclusione, Tivozanib ha dimostrato una migliore sopravvivenza libera da progressione, ma non a una migliore sopravvivenza generale, e un profilo di sicurezza differenziato, rispetto a Sorafenib, come terapia mirata iniziale per il carcinoma renale metastatico. ( Xagena2013 )
Motzer RJ et al, J Clin Oncol 2013; 31: 3791-3799
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