Anticorpi anti-PD-L1: Durvalumab nel trattamento del tumore uroteliale della vescica in stadio avanzato precedentemente trattati con chemioterapia a base di Platino
L'FDA ( Food and Drug Administration ) ha concesso l'approvazione accelerata a Durvalumab ( Imfinzi ) nel trattamento dei pazienti affetti da carcinoma uroteliale metastatico o localmente avanzato ( mUC ) che presentino una progressione della malattia durante o dopo una chemioterapia a base di Platino, o la cui malattia abbia avuto una progressione entro 12 mesi dalla somministrazione della chemioterapia a base di Platino prima ( neoadiuvante ) o dopo un intervento chirurgico ( adiuvante ).
Durvalumab è stato approvato con la procedura di approvazione accelerata dell'FDA, sulla base del tasso di risposta del tumore e della durata della risposta.
Il trattamento standard di prima linea per pazienti affetti da tumore uroteliale della vescica in stadio avanzato è, ancor oggi, rappresentato, da una chemioterapia a base di Platino. I pazienti che sviluppano una progressione di malattia durante o dopo tale chemioterapia non hanno molte opzioni di trattamento.
L'approvazione accelerata da parte dell'FDA di Durvalumab, un anticorpo monoclonale umano che blocca il PD-L1, è basata sui dati dello Studio 1108, un fase I/II che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di Durvalumab nei pazienti affetti da tumore uroteliale della vescica localmente avanzato o metastatico.
I pazienti avevano mostrato progressione durante o dopo una chemioterapia a base di Platino, inclusi coloro che avevano mostrato progressione entro 12 mesi dopo la somministrazione della terapia in un setting neoadiuvante o adiuvante.
Durvalumab ha dimostrato risposte rapide e durevoli, con un tasso di risposta obiettiva ( ORR ) pari a 17.0% ( intervallo di confidenza [ IC ] 95%: 11.9; 23.3 ) in tutti i pazienti valutabili, indipendentemente dallo stato del PD-L1, e pari al 26.3% ( IC 95%: 17.8; 36.4 ) nei pazienti con tumori ad elevata espressione di PD-L1 ( come stabilito dal test diagnostico VENTANA PD-L1 [ SP263 ] Assay, Ventana Medical Systems ).
L'elevato livello di PD-L1 era così definito: superiore o uguale a 25% delle cellule tumorali ( CT ) o delle cellule immunitarie infiltranti il tumore ( CI ) esprimenti PD-L1 di membrana, se le CI coinvolgono 1% o più dell'area tumorale, oppure CT maggiore o uguale a 25% o CI =100% se le CI coinvolgono 1% dell'area tumorale.
Inoltre, circa il 14.3% di tutti i pazienti valutabili ha raggiunto una risposta parziale, mentre il 2.7% ha raggiunto una risposta completa.
Dei pazienti sottoposti solo a terapia neoadiuvante o adiuvante prima della partecipazione allo studio, il 24% ( n=9 ) ha presentato una risposta.
Sulla base di un endpoint secondario di questo studio a braccio singolo, il tempo medio alla risposta è stato di sei settimane.
Tra i 31 pazienti che hanno complessivamente risposto, 14 pazienti ( 45% ) hanno mostrato una risposta duratura per sei o più mesi, mentre 5 pazienti hanno mostrato una risposta duratura per 12 o più mesi.
Durvalumab è inoltre in corso di studio per il trattamento di prima linea dei pazienti con tumore della vescica, inoperabile o metastatico, come monoterapia e in combinazione con Tremelimumab, un inibitore dei checkpoint che blocca il CTLA-4, nell'ambito dello studio di fase III DANUBE, il cui ultimo paziente ha iniziato la somministrazione nel primo trimestre del 2017.
I carcinomi uroteliali della vescica hanno origine dall'epitelio della vescica e sono la nona forma più comune di cancro al mondo. Si stima che nel 2016, circa 430.000 persone nel mondo abbiano ricevuto una diagnosi di carcinoma della vescica, 165.000 delle quali non sono sopravvissute.
Il carcinoma uroteliale metastatico della vescica rimane un bisogno clinico insoddisfatto: tra i pazienti trattati con chemioterapia come standard di cura, il tasso di sopravvivenza a 5 anni è inferiore al 15%.
Il micro-ambiente tumorale del carcinoma uroteliale ostacola notevolmente la funzione dei linfociti, permettendo al cancro di evadere il sistema immunitario sfruttando segnali inibitori, quali quelli dei checkpoint, PD-L1/PD-1.
Il PD-L1 è ampiamente espresso nelle cellule tumorali e immunitarie dei pazienti con carcinoma uroteliale e aiuta i tumori a evitare il rilevamento da parte del sistema immunitario legandosi con il recettore PD-1 sui linfociti T citotossici. ( Xagena2017 )
Fonte: AstraZeneca, 2017
Uro2017 Onco2017 Farma2017
Indietro
Altri articoli
Radioterapia cerebrale con Pirotinib e Capecitabina nelle pazienti con tumore alla mammella avanzato ERBB2-positivo e metastasi cerebrali
Il potenziale beneficio della combinazione di una terapia sistemica intracranica efficace con la radioterapia per le pazienti con tumore al...
Sopravvivenza globale con Palbociclib più Letrozolo nel tumore mammario avanzato
PALOMA-2 ha dimostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo della sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) con Palbociclib (...
ASCO24 - Studio CROWN: Lorlatinib come prima linea riduce il rischio di progressione o morte a 5 anni, rispetto a Crizotinib, nei pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule in stadio avanzato ALK-positivo
Sono stati presentati i risultati di follow-up a lungo termine dello studio di fase 3 CROWN che ha valutato Lorlatinib...
Attività e sicurezza di Enobosarm, un nuovo modulatore orale selettivo del recettore degli androgeni, nel tumore mammario avanzato positivo per i recettori degli androgeni, positivo per i recettori degli estrogeni e HER2-negativo: studio G200802
Il recettore degli androgeni è un soppressore del tumore nel cancro al seno positivo al recettore degli estrogeni. L’attività e la...
Atezolizumab più Docetaxel modificato, Cisplatino e Fluorouracile come trattamento di prima linea per il tumore anale avanzato: studio SCARCE C17-02 PRODIGE 60
Il regime modificato con Docetaxel, Cisplatino e Fluorouracile ( mDCF ) ha dimostrato efficacia e sicurezza come trattamento di prima...
Pembrolizumab più chemioterapia rispetto a placebo più chemioterapia per il tumore gastrico avanzato HER2-negativo: studio KEYNOTE-859
Gli inibitori di PD-1 combinati con la chemioterapia hanno mostrato efficacia nel tumore gastrico o della giunzione gastro-esofagea. Sono state confrontate...
Patritumab deruxtecan, un coniugato anticorpo-farmaco ha dimostrato efficacia nel tumore al polmone non-a-piccole cellule avanzato con mutazione di EGFR
Lo studio di fase II HERTHENA-Lung01 ha mostrato che il trattamento con il coniugato anticorpo-farmaco Patritumab deruxtecan ( HER3-DXd...
Lenvatinib combinato con chemioembolizzazione transarteriosa come trattamento di prima linea per il tumore epatocellulare avanzato: studio LAUNCH
Lenvatinib ( LEN; Lenvima ) è una terapia di prima linea per i pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato ( HCC...
Selinexor orale come terapia di mantenimento dopo chemioterapia di prima linea per il tumore dell'endometrio avanzato o ricorrente
Selinexor ( Nexpovio ) inibisce l'exportina-1 ( XPO1 ) con conseguente accumulo nucleare di proteine oncosoppressori tra cui p53, e...
Qualità di vita correlata alla salute con Nivolumab più chemioterapia rispetto alla chemioterapia nei pazienti con tumore della giunzione gastroesofageo / gastrico avanzato o adenocarcinoma esofageo da CheckMate 649
Nello studio CheckMate 649, Nivolumab di prima linea più chemioterapia ha prolungato la sopravvivenza globale ( OS ) rispetto alla...