Onartuzumab più Erlotinib rispetto a Erlotinib nel tumore del polmone non-a-piccole cellule in stadio IIIB o IV precedentemente trattato


Lo studio di fase III METLung ha esaminato l'efficacia e la sicurezza di Onartuzumab più Erlotinib nei pazienti con cancro polmonare non-a-piccole cellule localmente avanzato o metastatico selezionati mediante tecniche di immunoistochimica MET la cui malattia era progredita dopo il trattamento con un regime di chemioterapia a base di Platino.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Onartuzumab ( 15 mg/kg per via endovenosa il primo giorno di ogni ciclo di 21 giorni ) più Erlotinib 150 mg per via orale giornaliero oppure placebo per via endovenosa più Erlotinib 150 mg per via orale giornaliero.

L’endpoint primario era la sopravvivenza globale ( OS ) nella popolazione intent-to-treat. Gli endpoint secondari includevano la sopravvivenza media senza progressione, il tasso di risposta globale, l'analisi dei biomarker e la sicurezza.

Sono stati arruolati 499 pazienti ( Onartuzumab, n=250, placebo, n=249 ).

La sopravvivenza globale mediana era di 6.8 mesi versus 9.1 mesi per Onartuzumab rispetto al placebo ( hazard ratio stratificato, HR=1.27, P=0.067 ), con un maggior numero di morti nel braccio Onartuzumab ( 130, 52%, vs 114, 46% ).

La sopravvivenza senza progressione ( PFS ) mediana è stata di 2.7 mesi versus 2.6 mesi ( HR stratificato, 0.99, P=0.92 ) e il tasso di risposta complessiva è stato di 8.4% e 9.6%, rispettivamente, per Onartuzumab e per placebo.

Le analisi esplorative che hanno utilizzato lo status di ibridazione fluorescente in situ MET e l'espressione genica non hanno mostrato alcun beneficio per Onartuzumab; i pazienti con mutazioni EGFR hanno mostrato una tendenza verso una sopravvivenza globale più breve con il trattamento con Onartuzumab ( HR=4.68 ).

Eventi avversi di grado da 3 a 5 sono stati riportati dal 56.0% e dal 51.2% dei pazienti, con eventi avversi gravi nel 33.9% e nel 30.7% nel braccio sperimentale e nel braccio di controllo, rispettivamente.

In conclusione, Onartuzumab più Erlotinib non ha migliorato i risultati clinici, con una sopravvivenza globale più breve nel braccio Onartuzumab rispetto a Erlotinib nei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule MET-positivo. ( Xagena2017 )

Spigel DR et al, J Clin Oncol 2017; 35: 412-420

Pneumo2017 Onco2017 Farma2017


Indietro

Altri articoli



I cambiamenti radiografici potrebbero non catturare completamente gli effetti del trattamento degli inibitori del checkpoint immunitario ( ICI ). Sono state...


Attualmente non esiste una terapia standard per migliorare l'anoressia correlata al tumore, che ostacola la sopravvivenza. La Mirtazapina ( Remeron...


Nel trattamento del tumore polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) con una mutazione driver, il ruolo dell’anticorpo anti-PD-L1 dopo l’inibitore...


Lo studio di fase II HERTHENA-Lung01 ha mostrato che il trattamento con il coniugato anticorpo-farmaco Patritumab deruxtecan ( HER3-DXd...


Selpercatinib ( Retsevmo ), un inibitore della chinasi RET di prima classe, altamente selettivo, potente e CNS-attivo, è attualmente approvato...


Questo primo studio sull’uomo di incremento ed espansione della dose ha valutato la sicurezza, la tollerabilità e l’attività antitumorale di...


Tra i pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ), resecato, con mutazione del recettore del fattore di crescita...


L'inibitore del checkpoint immunitario ( ICI ) più il trattamento di combinazione con chemioterapia ( inibitore del checkpoint immunitario -...